Il 4 marzo 2018 è prevista la serata degli Oscar e tra i primi titoli in nomination troviamo The shape of water – La forma dell’acqua, di Guillermo del Toro Gòmez.
La pellicola vince il Leone d’oro come miglior film alla settantaquattresima Mostra d’arte cinematografica di Venezia.
La storia è ambientata negli anni della Guerra Fredda durante i quali i governi sono impegnati in esperimenti di laboratorio.
In uno di questi laboratori lavora una ragazza, Elisa Esposito, alla quale viene chiesto di ripulire uno stanzino segreto dove incontra un essere dalla forma squamosa che vive in una grande cisterna d’acqua.
La mostruosità è un aspetto che attira il regista sin da piccolo come dichiara egli stesso nell’intervista rilasciata al BFI – Festival del cinema di Londra.
Il film apre le strade a diverse tematiche di riflessione, toccando ambiti che spaziano dalla politica, al sentimento, alla sanità fino a raggiungere la mitologia e le paure della società moderna.
La storia d’amore che nasce tra Elisa, ragazza muta e l’essere imprigionato ci riporta alla propensione e necessità umana di ricerca dell’altro per trovare comprensione e similitudine.
Entrambi relegati in un “mondo alternativo” caratterizzato da solitudine, silenzio, incomprensione e sfruttamento, essi cercano di tendersi la mano.
Questo aspetto fa riemergere la ricerca intrinseca negli esseri viventi di creare branchi capaci di difendersi e affrontare l’esterno in compagnia.
Il film è incentrato molto anche sulla presenza dell’acqua, forza della natura incontrollabile e da cui tutto sorge, come si trova nella mitologia greca, basti pensare a Oceano; illimitata potenza da cui tutto deriva.
Nella pellicola viene anche ripreso il concetto mitologico di separazione di acqua e terra infatti i due protagonisti appartengono a due ambienti differenti acqua e aria.
Il mostro che viene dall’acqua potrebbe indicarci alcune delle paure sedimentate nella civiltà moderna; come la ribellione della natura contro l’umanità, il timore dell’incontro di “Ciclopi” provenienti da altre galassie e frutto di mutamenti del nostro pianeta o ancora il panico verso l’ignoto futuro.
Nella pellicola si evince anche la voglia di ricercare nel mostruoso e nella novità una possibilità di comprensione e miglioramento.
I prognostici sembrerebbero buoni, vedremo se la forza dell’acqua sarà tale da guadagnarsi l’Oscar.