Chi è Barbara Alberti?
Nata a Umbertide, in provincia di Perugia 75 anni fa. Barbara Alberti è una delle classiche donne dei suoi tempi: anticonvenzionale e portavoce del sesso femminile, combatte per innalzare l’immagine perdente del gentil sesso.
E’ gelosa della sua intelligenza e ha un modo quasi perverso di esprimerla: lo fa cercando di mettersi in cattiva luce, con un modo che appartiene solo a lei. Della sua vita privata si sa ben poco: sposata con Amedeo Pagani, ha avuto due figli, Gloria Samuela e Malcom.
L’unione è stata celebrata ben tre volte: la prima per far contento il papà di lei a Londra, la seconda per far contenta la mamma di lui nell’abbazia di Casamari in Ciociaria e la terza in casa di nonno Ananìa, padre si suo padre.
Nonostante le tre unioni, niente ha fermato Pagani dal tradimento con Elisabetta Billi e il ritorno dalla Alberti solo quindici anni dopo. Per questo lei lo definisce “allora marito, ora un caro parente”.
Riprendetevi la Faccia (Mondadori 2010)
“Donne stiamo attente, ci stanno levando tutto! Se ci levano anche la vecchiaia siamo fritte.”
Questo scrive nel suo libro, dove vuole aizzare le donne a uno scatto di orgoglio, ad un richiamo alle armi.
“Donne, che ci è successo? Dove siete? Dove siamo? In una mano la ramazza, nell’altra il biberon, nell’altra il computer, nell’altra la biancheria sexy, nell’altra i vecchi da curare. E adesso bisogna pure essere fighe fino a ottant’anni”.
“Riprendetevi la faccia” è un libro che spinge contro l’assolutismo della giovinezza eterna, contro il botulino che padroneggia nella vita delle donne, per altro ridicolizzate perché invecchiano.
“Ma allora una che deve fare? Spararsi a cinquant’anni?”.
Con queste parole non vuole essere vittima del femminismo ma, al contrario, femminista attiva che non vuole scendere a ricatti. Inneggia alla vita vissuta fino in fondo, che conosce la parola disobbedienza, perché da li procede ogni sogno.
“Se ti ribelli non avrai vissuto invano, sarai esistito”.
Donna originale, simpatica, coinvolgente e molto colta, sostiene di appartenere a un’altra cultura, dove l’uomo era al primo posto e dove il denaro non era un idolo.
Nel suo libro “Non mi vendere, mamma” racconta di una ragazza che dona in affitto il suo utero in cambio di denaro.
Barbara Alberti è sconvolta da come il “dio denaro” sia arrivato ad affittare un utero, senza prendere in considerazione il trauma psicologico per una donna alla quale vengono dati soldi per prestare un suo organo.
E lei scrive proprio questo libro per sottolineare questa superficialità di valori nei nostri tempi.
E’ perfettamente conscia di non poter andar contro a questa mentalità da lei definita “inadatta, ma fa memoria del film di Kurosawa – Sogni, nel quale, il protagonista, all’arrivo di una nube tossica “Come lo sventolare la giacchetta contro la nube tossica…cioè nulla…ma cioè tutto, perché la poesia è tutto”.