Crisi Aquarius: cosa fanno le ONG invisibili?

Dall’acqua alla terra la questione immigrazione crea imbarazzo. La linea politica dell’Italia persevera nella chiusura, ma l’Aquarius non è solo.

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Beato chi puoi scegliere cosa pensare e se farlo, piuttosto che provare a campare come i 629 naufraghi dell’Aquarius.

Cosa succede a bordo: le testimonianze

Una copertura di viveri per 48 ore e non oltre, il dolore delle doglie, la Sicilia a 35 miglia e Malta a 27, i 123 minori non accompagnati, non è difficile intuire perché questa mattina alcune donne nigeriane abbiano intonato un ringraziamento a Dio, quello che ti aiuta a trovare la forza, per forza. Sara Alonso Esparza,  inviata spagnola a bordo ha ripreso questo momento e il video è diventato subito virale. L’equipe giornalistica è formata da altri tre inviati: Analise Borges da Parigi che comunica in tempo reale la posizione della nave rintracciabile sul sito www.Marinetraffic.comNaiara Galarraga di El Pais e il videogiornalista Oscar Corral che caricano foto e stati via Twitter.

“Nessuno mette suo figlio su una barca, salvo che l’acqua sia più sicura della terra”.

Chi è l’Aquarius

L’Aquarius, vecchio baluardo della Guardia Costiera tedesca classe 1977, è dal 2016 in mano alle ong SOS Méditerranée e Medici Senza Frontiere per le operazioni di salvataggio in mare. Lunga 77 metri la nave può accogliere 500 persone, ma nei casi d’emergenza è un dettaglio di cui non si tiene conto. Sei le operazioni di salvataggio sabato notte, tre dirette dall’Aquarius, una dalla Guardia Costiera Italiana e le restanti dai mercantili di passaggio.

#chiudiamoiporti, la nuova politica interna di Salvini

In Italia il Ministro degli Interni Salvini ha negato all’imbarcazione la possibilità di toccare suolo nazionale. In meno di 24 ore il divieto si è esteso anche alla Sea Watch 3 Ong tedesca con 800 persone salvate al largo della costa libica. Il Presidente del Consiglio Conte lancia un appello a Malta, proponendo Valletta come porto di sbarco.  Il Primo Ministro del governo maltese Joseph Muscat risponde motivando l’impossibilità della richiesta: la superficie maltese è un quarto della città di Roma e i mezzi per accoglienza inidonei.

Il Meridione ribelle e solidale: pronto per l’accoglienza

Nel frattempo alcuni comuni italiani si sono dichiarati a favore dell’accoglienza: Messina, Palermo, Reggio Calabria, Taranto e Napoli sembrano essere più preparati sui trattati internazionali sulla “legge del mare”. Proprio l’Italia sottoscrisse tre di questi accordi, il primo noto come Convenzione di Montego Bay del 10 dicembre 1982. Il suo articolo 98 costituisce l’applicazione del principio fondamentale della solidarietà. L’altra è invece la convenzione internazionale del SAR, la cui norma impone un preciso obbligo di soccorso e assistenza delle persone in mare senza distinzione di nazionalità o stato giuridico. In attesa di una risposta dal POS( Place of Safety o Porto di sbarco) e dal coordinamento del MRCC di Roma (Maritime Rescue Coordination Centre Rome) l’Aquarius si tiene pronta per continuare il viaggio. Dalla liquidità del mare a quella dei social Salvini lancia su twitter un invito a #chiudereiporti, come se l’Italia non fosse stata già condannata dalla Corte europea di Strasburgo per aver compiuto respingimenti illegali.

La salvezza arriva dalla Spagna, Valencia porto sicuro

Inaspettata la Spagna si fa avanti, Valencia accoglierà l’Aquarius e si impegnerà in un’assistenza umanitaria dichiara Sanchez. A bordo i volontari di Medici senza frontiere confermano di aver appreso dai media l’intervento spagnolo, ma nessuna disposizione è stata ancora comunicata all’Aquarius. Ci vorranno alcuni giorni di navigazione, il carburante c’è e l’acqua anche, i viveri meno. Le donne in stato di gravidanza, invece, saranno trasportate in Italia.

Interessanti le testimonianze di bordo:

  • Daniela Biella, giornalista di Vita.it
  • Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale