Continua a salire il numero delle vittime del crollo del ponte Morandi che collega l’autostrada A10 con il casello di Genova Ovest. Il bilancio attuale è di 39 vittime e 16 feriti, di cui 12 in codice rosso. Tra i morti accertati ci sono anche tre minori: si tratta, secondo fonti del Viminale, di un bambino di 8 anni e due adolescenti di 12 e 13 anni. Sono state momentaneamente le operazioni di ricerca per il possibile crollo di alcuni piloni.
La tragedia è avvenuta martedì mattina quando è crollato il ponte Morandi nel corso di un violento nubifragio che si era abbattuto su Genova. Sono da accertare le dinamiche del crollo, sebbene stia prendendo corpo l’ipotesi di un cedimento strutturale. Intanto la Procura di Genova indaga per disastro colposo e omicidio colposo plurimo a carico di ignoti.
Crolla ponte a Genova: la Procura apre un’inchiesta
“Non è stata una fatalità, ma un errore umano” a provocare il crollo del ponte a Genova. Questo è il parere del procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, che ha risposto ai giornalisti al termine di un sopralluogo nella zona del ponte.
Pertanto la Procura ha aperto un fascicolo per disastro colposo e omicidio plurimo. “Noi dobbiamo rispondere a una sola domanda: perché è successo? – ha detto il magistrato – Questo è il nostro compito e per farlo faremo tutto quello che è necessario. Quando l’inchiesta entrerà nel vivo e si andranno ad analizzare tutti gli aspetti relativi alla progettazione, realizzazione e manutenzione del ponte”. Nei prossimi giorni la polizia giudiziaria acquisirà presso enti, società e gestori coinvolti a vario titolo tutti gli atti necessari.
Crolla ponte a Genova: l’evacuazione
Il bilancio parla di oltre 600 sfollati allontanati precauzionalmente dalle proprie abitazioni. Ieri il premier Giuseppe Conte è giunto sul luogo del crollo intorno alle 18.30, accompagnato dal prefetto Fiamma Spena, il capo della protezione civile Angelo Borrelli e il presidente della Regione Toti.
“Ho visto la gente corrermi incontro, scalza e terrorizzata“, ha raccontato Alberto Lercari, autista Atp, presente al momento del crollo sul ponte Morandi. “Uscito dalla galleria ho visto rallentamenti e sentito un boato. La gente scappava venendo verso di me – ha riferito -. È stato orribile”. Un altro testimone ha fornito la sua versione: “Ho visto il ponte crollare. Eravamo fermi in coda e poi ho visto la tragedia alle mie spalle, poi più nulla» ha raccontato un altro testimone”.
Altri testimoni riferiscono di un fulmine che avrebbe colpito il ponte. “Inizialmente pensavamo fosse un tuono vicinissimo a noi, abbiamo sentito un boato incredibile”, spiega uno dei testimoni. “Noi abitiamo a circa 5 chilometri dal ponte, ma abbiamo sentito un botto pazzesco. Eravamo in casa, quando abbiamo sentito un vero e proprio boato – continua -. Ci siamo spaventati tantissimo, abbiamo avuto molta paura. Ora la situazione è drammatica, il traffico completamente in tilt e la città paralizzata”.
Crolla ponte a Genova: la posizione di Autostrade per l’Italia
Il viadotto collega l’autostrada A10 con il casello di Genova Ovest ed è uno degli snodi principali dell’area: inaugurato nel 1967, negli anni è stato oggetto di diverse manutenzioni. Il crollo, afferma il direttore del Tronco di Genova di Autostrade per l’Italia Stefano Marigliani, è “per noi qualcosa di inaspettato e imprevisto rispetto all’attività di monitoraggio che veniva fatta sul ponte. Nulla lasciava presagire” che potesse verificarsi una tragedia di tale portata. Marigliani ha anche sottolineato che “assolutamente non c’era nessun elemento per considerare il ponte pericoloso”.
Il ponte Morandi, ha spiegato il direttore del Tronco genovese, “è stato interessato da interventi di manutenzione su diversi fronti” ed erano “in fase di ultimazione gli interventi sulle barriere di sicurezza” iniziati nel 2016.