Dipendenza da Smartphone, cos’è la nomofobia

Quali sono le cause e le conseguenze della sempre più diffusa dipendenza da smartphone?

Ansiosi per la batteria del cellulare scarica, arrabbiati per l’esaurimento del credito telefonico o per la mancanza della rete. L’ossessione compulsiva per lo smartphone, la cosiddetta ‘nomofobia’, è da oggi una malattia ufficiale che colpisce molte persone in tutto il mondo compresi molti italiani, da sempre molto attaccati al telefono.

Da uno studio della Scuola di psicoterapia Erich Fromm, realizzata in occasione del XVIII Congresso mondiale di Psichiatria dinamica, in programma a Firenze dal 19 al 22 aprile, attraverso la revisione e l’analisi di oltre cento testate di settore e un panel test di 150 esperti.
Con il termine nomofobia si intende precisamente la paura incontrollata di rimanere disconnessi.

Molto probabilmente anche voi appartenete al club dei “maniaci del cellulare” che vivono sempre abbracciati al loro telefono, ogni notte si addormentano con lui e appena aprono gli occhi la prima cosa che fanno è controllare eventuali messaggi o mail.

I dati dello studio scientifico

Da un’altro studio scientifico condotto in 31 paesi e con quasi 50mila persone coinvolte, i risultati che emergono sono abbastanza allarmanti: il 57% delle persone controlla il telefono entro 22 minuti dal risveglio (manco il tempo di bere il cappuccino che abbiamo il naso dentro il telefono); l’83% legge le email di lavoro durante la notte e sempre di notte il 37% controlla le notifiche; il 92% utilizza il cellulare a lavoro e il 59% lo controlla più di 200 volte al giorno. Finiamo con un 80% che si addormenta con il telefono in mano e il 21% che lo usa per guardare film.

Questa non è più iper-connessione. Questa è patologia.
Per questo, un gruppo di esperti del Ministero della salute ha proposto lo #Sconnessiday, ovvero un giorno di disconnessione dai dispositivi elettronici, la la proposta è che la disconnessione venga adottata ogni giorno per almeno un’ora.

E’ vero che ci piace stare al telefono e che questo ci diverte e ci rilassa ma provare a metterlo giù ogni tanto e provare a vivere non sarebbe male.
Le persone più a rischio, questa volta secondo l’università di Granada sarebbero quelle comprese tra i 15 e i 25 anni di età giovani con bassa autostima e problemi nelle relazioni sociali che sentono il bisogno di essere costantemente connessi e in contatto con gli altri attraverso il telefono cellulare.

Nomofobia cos'è

Nonostante i sintomi siano molto simili a quelli dell’ansia, uno studio condotto da ricercatori dell’Università Federale di Rio de Janeiro sembra indicare che la nomofobia sia da considerare una dipendenza patologica piuttosto che un disturbo d’ansia. Si può parlare di nomofobia quando una persona prova una paura sproporzionata di rimanere fuori dal contatto di rete mobile, al punto da sperimentare effetti fisici collaterali simili all’attacco di panico come mancanza di respiro, vertigini, tremori, sudorazione, battito cardiaco accelerato, dolore toracico, nausea.

Nonostante ci siano all’attivo ancora un numero ridotto di ricerche sul tema, già nel 2014 gli italiani Nicola Luigi Bragazzi e Giovanni Del Puente, ricercatori dell’Università di Genova, avevano proposto di inserire questa patologia nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali:

L’abuso dei social network può portare all’isolamento come conseguenza della nomofobia” afferma Ezio Benelli, presidente del Congresso mondiale di Psichiatria dinamica. “L’utilizzo smodato e improprio del cellulare come di internet può provocare non solo enormi divari fra le persone, ma anche portarle a chiudersi in se stesse, sviluppare insicurezze relazionali o alimentare paura del rifiuto, a sentirsi inadeguate e bisognose di un supporto anche se esterno e fine a se stesso”.

Eppure paradossalmente proprio lo smartphone, se usato in modo appropriato, può assolvere a tre importanti funzioni psicologiche: regola la distanza nella comunicazione e nelle relazioni, gestisce la solitudine e l’isolamento.
Sempre secondo queste ricerche pare che i più colpiti siano proprio gli uomini i quali tendono maggiormente ad usare regolarmente il telefono cellulare, trascorrere molto tempo su di esso, avere uno o più dispositivi, portare sempre un carica batterie con sé per evitare che il cellulare si scarichi, sentirsi nervosi al pensiero di perdere il proprio portatile, guardare lo schermo del telefono per vedere se sono stati ricevuti messaggi o chiamate. In quest’ultimo caso si parla di un particolare disturbo che definito “ringxiety”,  crasi delle parole inglesi ‘ring‘ (squillo) e “anxiety” (ansia).

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