Dj Fabo è morto per eutanasia assistita e ciò ha sconvolto l’opinione pubblica. Il 39enne è stato accompagnato alla morte dall’Associazione Luca Coscioni, che da anni si occupa di questo in cliniche chiaramente non italiane, visto che nel nostro paese è vietata ogni forma di eutanasia e suicidio assistito.
Ad aiutare lo sfortunato Fabiano Antoniano, tetraplegico e cieco dal 2014 in seguito a un incidente stradale, è stata così l’Associazione Luca Coscioni, alla quale si è rivolto lo stesso dj Fabo. A occuparsi del suo caso Marco Cappato e Filomena Gallo. Cappato ha annunciato oggi stesso il decesso di Fabo, e stando alle dichiarazioni della Gallo, secondo la legge italiana rischia addirittura 12 anni di reclusione.
Cappato ha parlato così della morte di Fabiano: “Fabo è libero, la politica ha perso. L’esilio della morte è una condanna incivile. Compito dello Stato è assistere i cittadini, non costringerli a rifugiarsi in soluzioni illegali per affrontare una disperazione data dall’impossibilità di decidere della propria vita morte. Chiediamo che il Parlamento affronti la questione del fine vita per ridurre le conseguenze devastanti che questo vuoto normativo ha sulla pelle della gente”
L’eutanasia in altri stati è consentita, ma ciò è discriminatorio per i prezzi che circolano, fino a 10.000 euro per interrompere le proprie sofferenze. Dj Fabo l’ha fatto in una clinica in Svizzera, dove è spirato oggi alle 11.40, lasciando a tutti un ultimo messaggio video.