Nè una profezia nè una provocazione: la legislatura corrente iniziata nel 2013 potrebbe essere una delle ultime a durare cinque anni. Le vicende politiche di questi mesi l’hanno dimostrato chiaramente.
Anche nelle democrazie più tradizionaliste non si è esitato a ricorrere al voto anticipato. I governi di Regno Unito e Giappone, paesi a consolidata liturgia elettorale e, soprattutto, consolidata tradizione partitica, hanno sciolto i rispettivi Parlamenti per riguadagnare consenso elettorale. È andata bene a Shinzo Abe e male a Theresa May, ma un pericoloso precedente è stato creato.
Persino in paesi come gli Stati Uniti, dove una legislatura dura quattro anni e dove la figura presidenziale è vicina ad essere sacra, aleggia una certa insofferenza per gli organi governativi. L’anno prossimo ci saranno le Mid-Term election statunitensi, ed è certo che questo disagio verrà fuori.
Il probabile scenario italiano dopo le Elezioni
La narrazione del potere è frenetica. L’elettorato chiede sempre più riforme ad una sempre maggiore velocità. Spesso vengono invocate (a furor di popolo) leggi dopo un particolare caso di cronaca; richieste che nel giro di poche settimane vengono a sfumare nel nulla. Una soluzione provvisoria al problema è il cambio di leadership.
Molti stati hanno già sperimentato un cambio dei vertici in corsa (dal 2013 l’Italia è caposcuola in merito), altri hanno addirittura pensato di correre ad elezioni. È il partito del “Voto Subito”.
Molte formazioni politiche fomentano i cittadini per spingere il governo ad indire nuove elezioni, spesso per tornaconto personale. È ciò che è accaduto dopo la notte del 4 dicembre 2016. Dopo le dimissioni di Matteo Renzi tutti i partiti di opposizione hanno chiesto a gran voce elezioni per guadagnare consenso.
Il problema dell’ingovernabilità
Vista la nuova legge elettorale e visti i sondaggi politici è facile dedurne che c’è un forte rischio di paralisi ed ingovernabilità. Nessun partito o coalizione raggiungerà la maggioranza assoluta dei seggi, ciò significa che le forze politiche dovranno scendere a compromessi. Se ciò non avverrà, ed è probabile che sia così, si dovranno sciogliere le camere e proclamare nuove elezioni. Per l’appunto una legislatura che durerà meno del previsto.
Immaginiamo un altro scenario, invece. Le forze politiche trovano un accordo dopo le elezioni e nasce un governo di minoranza. Se per qualsiasi ragione il partito che governa vedesse i propri consensi aumentare durante il mandato premerebbe per sciogliere le camere. A nuove elezioni convocate in tempi brevi vedrebbe accrescere il proprio peso elettorale e contrattuale. Per l’appunto, una legislatura che durerà meno del previsto.