Il più grande paese del mondo oggi va alle urne: la Russia eleggerà il suo nuovo presidente. Circa 110 milioni di russi hanno diritto al voto nel paese-continente che conta più di 10 fusi orari.
Le prime urne, infatti, sono state aperte ieri sera (ora italiana) e sono state chiuse in mattinata. Nella Russia europea i seggi sono ancora aperti. L’esito di queste consultazioni sarà abbastanza scontato, naturalmente. Vladimir Putin, in carica ininterrottamente dal 1999 (tranne che nel periodo 2008-2012), con ogni probabilità sarà rieletto presidente della Federazione Russa.
Si parla infatti di formula “70 a 70” già consolidata per le altre consultazioni. Il vincitore parla di successo se l’affluenza si attesta al 70% e il vincitore ottiene il 70% dei voti, anche se – in questa occasione – fonti governative si riterrebbero soddisfatte anche solo con un’affluenza del 65%.
Elezioni Russia, gli sfidanti di Vladimir Putin
Sono esattamente sette gli sfidanti alla presidenza, sei uomini ed una donna. Secondo alcuni sondaggi ben cinque su sette non raggiungerebbero l’1% delle preferenze. Gli unici ad ottenere percentuali rilevanti sarebbero Pavel Grudinin del Partito Comunista (7% circa) e Vladimir Zhirinovsky del Partito Liberal-Democratico di Russia (5-6%).
#ElezioniRussia ??, manca poco alla chiusura dei seggi. Si guarda all'affluenza (alle 12 aveva votato il 30%). #Putin, certo della rielezione, vorrebbe un'affluenza del 65%. ? Foto dai seggi ?#выборы2018 pic.twitter.com/GwUgfn2tW7
— carla signorile (@carlasignorile) March 18, 2018
Percentuali comunque basse per poter sperare di arrivare al ballottaggio con Putin. Il ballottaggio, mai resosi necessario da quando Putin è al potere. Il secondo turno é necessario solo quando nessuno dei candidati supera il 50%.
Non è candidato, invece Aleksej Navalny, blogger, strenuo oppositore di Putin per le sue condanne penali a carico: in un videomessaggio ha invitato la popolazione al boicottaggio. È questa, paradossalmente, la paura del governo russo. Un’affluenza bassa sarebbe dimostrazione della poca affezione dei cittadini verso l’operato del governo.
Elezioni Russia, il voto a quattro anni dalla Crimea
La data del 18 Marzo non è casuale: quattro anni fa, il 18 Marzo 2014, si concludeva l’annessione della Crimea alla Federazione Russa. Il 16 Marzo di quell’anno ci fu un referendum nella regione per l’annessione alla Russia che raggiunse il quorum, tra le tante obiezioni di regolarità sollevate da organismi internazionali.
Tra il 17 e il 21 Marzo venne ufficializzato il risultato e l’annessione. Oggi, a quattro anni da quelle giornate concitate, i cittadini della Crimea votano per le presidenziali Russe,
Al momento, alle ore 17 (ora di Mosca), l’affluenza si attesta al 51,9% degli aventi diritto.