Caso Skripal: la Gran Bretagna espelle 23 diplomatici russi

La tensione tra Londra e Mosca sale alle stelle dopo il tentato omicidio della ex-spia russa Sergei Skripal e della figlia Yulia Skripal il 4 marzo scorso

Theresa May

Theresa May ha annunciato misure volte a recapitare un “messaggio chiaro” (“a clear message”) al Cremlino, dopo che la sostanza che ha causato l’avvelenamento di Sergei Skripal e della figlia Yulia si è rivelata essere un gas nervino di produzione russa in uso in ambito militare, difficile da reperire nonché praticamente impossibile da produrre artigianalmente.

La nuova escalation di tensione tra UK e Russia arriva dopo l’ultimatum di martedì, in cui il Primo Ministro britannico chiedeva all’amministrazione russa di fornire spiegazioni entro la mezzanotte sull’utilizzo in terra britannica del gas nervino Novichok. Richiesta ignorata da Mosca, che continua a negare ogni coinvolgimento nella vicenda.

La reazione di Downing Street è stata inequivocabile: May ha infatti dichiarato che non c’è altra alternativa che considerare lo stato russo responsabile di un attacco contro civili britannici in territorio britannico, e con l’uso di armi chimiche considerate troppo brutali persino per l’utilizzo in guerra.

Conseguenze pratiche: mai così drastiche dal 1985

Alle dichiarazioni del Primo Ministro sono seguiti i fatti, che portano le relazioni diplomatiche tra UK e Russia a un minimo storico come non si vedeva dal 1985, quando dalla Gran Bretagna erano stati espulsi 31 cittadini russi. Questa volta l’espulsione riguarda invece 23 diplomatici, definiti come agenti in incognito dell’intelligence russa. Altre freddure diplomatiche annunciate da May sono il boicottaggio da parte di politici e della Royal Family dei prossimi mondiali di calcio (che si terranno in Russia) e la sospensione di tutti gli incontri bilaterali ad alto livello in programma per i prossimi mesi.

Appoggio anche dagli Stati Uniti, ma non da Corbyn

Dopo aver già ricevuto l’endorsement dell’Europa negli ultimi giorni, la condanna della Russia arriva ora anche dagli Stati Uniti: prima dalla rappresentate statunitense alle Nazioni Unite Nikki Haley, e ora anche dalla portavoce del presidente Trump, Sarah Sanders, che ha accusato Mosca di compromettere la sicurezza mondiale e ha definito le misure prese da Londra come giustificate. La durezza delle accuse al Cremlino non ha precedenti nella presente amministrazione della Casa Bianca, come nota anche Jon Sopel, editore BBC per il Nord America in un Twitt:

Per l’ex Segretario Generale della NATO Anders Fogh Rasmussen, intervistato da BBC Radio 4, l’attacco a Skripal, che resta ricoverato insieme alla figlia in condizioni critiche, è parte di una più vasta strategia russa contro l’Europa.

Solo Jeremy Corbyn, capo dell’opposizione laburista, sembra ancora scettico in merito, ipotizzando che la sostanza poterebbe essere sfuggita involontariamente al controllo dell’esercito russo, ipotesi che ha scatenando reazioni furiose non solo fuori dal suo partito, ma anche tra le stesse file laburiste.

La risposta russa

Tutte le risposte ufficiali da parte russa hanno non solo negato completamente ogni coinvolgimento nel tentato omicidio della ex-spia, accusando la Gran Bretagna di isteria e pubblicità negativa mirata contro la Russia, ma hanno anche assunto un tono di scherno e derisione nei confronti di Downing Street che sta provocando indignazione generalizzata. Il rappresentante russo alle nazioni unite ha comparato il governo inglese a LeStrade, l’ispettore imbranato nei racconti di Sherlock Holmes, mentre l’ambasciata russa a Londra ha twittato: la temperatura scende tra UK e Russia, ma noi non abbiamo paura del freddo.