Estorsioni a Lacedonia a colpi di Kalashnikov, Cantelmo: “Criminali esperti”

Sono entrambi residenti in Puglia i due soggetti tratti in arresto dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Avellino e della Compagnia di Sant’Angelo dei Lombardi, con accuse gravi che variano dall’associazione a delinquere all’estorsione.

I militari, grazie anche alla collaborazione dei colleghi delle compagnie di Barletta e Cerignola, hanno dato esecuzione all’ordinanzia di custodia cautelare emessa dal Gip di Avellino, consegnando dunque alla giustizia i colpevoli di un mistero che sembrava infittirsi sempre di più e che nell’ultimo periodo aveva scosso gli abitanti di alcuni comuni dell’alta Irpinia.

I due soggetti, residenti a Canosa di Puglia e Trinitapoli, avevano tentato di estendere il loro raggio d’azione nella zona di Lacedonia, dove avevano preso di mira, a scopo puramente estorsivo, strutture funzionali ai parchi eolici. Grazie all’uso di di mitragliatori AK-47 Kalashnikov il gruppo di fuoco aveva infatti minacciato i vertici delle aziende che gestivano gli impianti eolici.

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IL PROCURATORE: NON SONO CANI SCIOLTI – Il timore (o meglio, la certezza) del Procuratore della Repubblica di Avellino Rosario Cantelmo é che i due soggetti tratti in arresto nell’ambito dell’inchiesta denominata “Eolo” non siano due semplici cani sciolti, ma piuttosti criminali esperti da ricondurre ad un gruppo organizzato molto pericoloso. Le modalità estorsive, infatti, hanno palesato un modus operandi tipico delle organizzazioni criminali serie ed articolate. Elementi, questi, che hanno portato ad inserire il reato di associazione per delinquere all’interno delle contestazioni.

Per Cantelmo si tratta comunque di un risultato inequivocabilmente positivo, capace di “riaffermare la presenza dello stato in una parte di Irpinia che rischiava di essere trascurata dopo le vicende amministrative che hanno portato all’eliminazione della Procura territoriale“.