Un clan criminale ha guadagnato 100 milioni di euro eludendo il fisco: l’organizzazione vendeva carburante illecitamente a distributori del Nord Italia
La Guardia di Finanza ha sgominato una banda criminale che tramite la vendita di petrolio è riuscita ad ottenere ricavi per oltre 100 milioni di euro frodando il fisco. Durante le prime ore di lunedì 3 febbraio gli uomini della Guardia di Finanza hanno effettuato blitz in tutta Italia sottoponendo 13 persone a misure cautelari.
L’operazione conclude la fase di indagine durata oltre un anno: si pensa che in due anni tale banda abbia guadagnato illecitamente e riciclato 100 milioni di euro provenienti dalla vendita di carburante.
Nel gennaio del 2019 gli agenti della Guardia di Finanza hanno notato un insolito traffico di autocisterne con targa straniera dirette verso la sede dell’azienda in questione a Vigevano.
Il meccanismo dell’evasione
Con l’aiuto della Polizia Stradale e della Polizia Doganale è stato possibile ricostruire gli spostamenti di tali autocisterne che portavano in Italia petrolio da società estere controllate dalla banda. Tramite un immenso giro di fatture false, tale prodotto veniva rivenduto a distributori del Nord-Italia, tra cui alcuni di diretta proprietà di questi soggetti.
Gli accusati, quindi, riuscivano ad eludere il controllo del fisco tramite fatture rilasciate ad aziende estere che – secondo il meccanismo del reverse change – non sono soggette ad IVA.
A capo della banda ci sarebbe un noto esponente legato alla famiglia Casamonica di Roma chiamato il “semidio” o “Gesù”, vera e propria mente dell’organizzazione. A far parte di tale mercato ci sarebbe stato anche il Clan Polverino.