Come si scrive a fianco? “Io sono a fianco a te in questo momento” è una delle frasi più utilizzate ma spesso si hanno dubbi sull’ortografia del composto. Il discorso che andremo ad affrontare di seguito ricorderà i casi, già esaminati, sulla scrittura corretta di “c’entra o centra”, “a posto o apposto” in quanto, anche in questo caso, sia “a fianco” sia “affianco” esistono nella lingua italiana, ma possiedono significati differenti. Nel primo caso infatti utilizzeremo un avverbio, nel secondo un verbo: il corretto o sbagliato dipenderà, ancora una volta, da ciò che si vuole esprimere.
A fianco o Affianco? Il parere dell’Accademia della Crusca
“A fianco” è una locuzione preposizionale, formata dalla preposizione semplice “a” e dal sostantivo “fianco”, che può assumere funzione di avverbio e viene utilizzata per indicare la propria posizione o la posizione di qualcosa/qualcuno. Il significato di “a fianco” è infatti “accanto/vicino a” e quindi per evitare di sbagliare sarà sufficiente chiedersi cosa si vuole esprimere. In tal caso si scriverà “la credenza è a fianco al divano”; “sono a fianco a Luca” e così via.
L’Accademia della Crusca ritiene corretta la forma “a fianco” come avverbio ed etichetta come sbagliata “affianco” se utilizzata nel medesimo contesto linguistico. Il DOP (Dizionario di Ortografia e Pronuncia), invece, riporta entrambe le forme, specificano come “rara” quella con raddoppiamento fonosintattico che è stata registrata con rimando alla forma separata “a fianco”.
“Affianco” potrà quindi essere utilizzato correttamente in contesti linguistici diversi da quelli in cui viene utilizzato “a fianco”. Si tratta infatti della prima persona del presente indicativo del verbo affiancare e possiede il significato di “mettere a fianco come sostegno”. In frasi come “affianco il neoassunto” è corretto utilizzare la forma unita, è considerato un errore scrivere “a fianco il neoassunto” (con forma separata).
Che cos’è il raddoppiamento fonosintattico?
Tutto dipende dal raddoppiamento fonosintattico, ma cos’è? È un’evoluzione storica tipica del fiorentino e dell’italiano centro-meridionale ma quasi assente al nord. Alcune forme, come in questo caso, sono passate all’italiano standard. In genere si verifica quando una parola inizia con parole tronche o monosillabi forti.