Si spegne proprio in questo gennaio il padre fondatore del grande magazzino di mobili in cui tutti almeno una volta nella vita abbiamo messo piede.
Ingvar Kamprad si chiamava l’inventore di Ikea che ci ha lasciati a novantuno anni. Nasce a Ljungby il 30 marzo del 1926, già da piccolo si dimostra capace imprenditore; passa infatti buona parte del suo tempo a vendere fiammiferi ai vicini di casa, viaggiando su una fiammante bicicletta. Dopo i fiammiferi si dedica al commercio di pesce, penne a sfera, semenze da giardino e decorazioni per Natale.
A diciassette anni il padre decide di regalargli dei soldi per la sua ottima rendita scolastica e Kamprad costruisce uno stabilimento dal nome Ikea che riprende le iniziali del suo nome e quello della fattoria dove viene allevato, Elmtaryd, mentre l’ultima consonante si riferisce ad Agunnaryd, noto villaggio in provincia di Småland.
Dai giornali risulta essere stato un uomo dalle mille e più facce, il grande imprenditore viene infatti descritto come avaro ma anche segretamente generoso, sicuro di sé ma con tanti vizi umani come l’alcolismo. Pare soffrisse di dislessia e per questo i nomi che dava ai suoi mobili erano funzionali al suo non riuscire a ricordare i numeri.
Il Fondatore Ikea era uno dei più ricchi al mondo
La rivista Forbes lo indicava come uno degli uomini più ricchi, nel 2007 guadagna la posizione di quarto uomo più facoltoso del mondo con un patrimonio che allora risultava essere di trentatré miliardi di USD. Nel 2012 lascia tutto nelle mani dei figli Jonas, Mathias e Peter Kamprad.
Sono molte le notizie e i gossip legate alla morte dell’imprenditore che corrono in queste ore, ma quello che verrebbe da sottolineare è la forza, il coraggio e la determinazione di portare avanti i propri obiettivi. Sicuramente un tempo era più semplice piazzarsi in un mercato meno cosmopolita che correva alla velocità dei passi umani. Oggi tutto diviene obsoleto già nel preciso momento in cui viene realizzato.
Le storie di questi uomini che sono partiti da un semplice passare il tempo, un hobby in bicicletta, figli di umili artigiani o braccianti che hanno saputo cogliere il momento, l’ispirazione giusta e ci hanno creduto, dovrebbero essere di esempio per noi.
Forse in un momento di crisi generale come il nostro in cui tutto corre alla velocità della luce, esempi come questi dovrebbero farci riflettere, a volte senza essere miliardari può bastare determinazione, studio e un pizzico di genialità per dare alla luce un’invenzione che possa migliorare il nostro domani.