A breve partirà a Roma, dall’università La Sapienza, la manifestazione #365giornisenzaGiulio organizzata da Amnesty International. Straziati dal dolore, ma composti e ancora alla ricerca del vero motivo della morte del figlio, i genitori non smetteranno di cercare, chiedere e anche protestare affinché la verità esca finalmente a galla. E naturalmente apprezzano l’iniziativa che si svolge nella Capitale.
“Un anno dall’orribile uccisione di Giulio Regeni. Vicinanza alla famiglia. Impegno con la magistratura per ottenere #veritapergiulioregeni”. Ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, a un anno dalla scomparsa al Cairo del giovane ricercatore. Nel filmato, consegnato agli inquirenti italiani nei mesi scorsi, Giulio spiega in arabo a Mohammed Abdallah che vuol chiedere una borsa di 10.000 sterline ad una Ong britannica da devolvere ai venditori ambulanti egiziani. L’uomo che lo ascoltava nel video, poco dopo lo avrebbe denunciato alle autorità del Cairo, ma si sente che chiede quei soldi per sé al fine di curare la moglie, che dice essere malata di cancro.
A tal proposito Claudio e Paola, genitori del ragazzo, in un’intervista pubblicata su Il Piccolo di Trieste dichiarano:“È ancora prematuro affrontare nel profondo quest’aspetto, ci sono le indagini in corso. Quanto è emerso nel tempo, grazie alla biografia di Giulio, è la sua forza e disponibilità umana verso gli altri. La sua costante e incessante ricerca di dialogo e confronto, con se stesso e con gli altri. La sua competenza e onestà. Noi da parte nostra non ci siamo mai sottratti a nulla, pur di ottenere la verità e dunque giustizia. Sappiamo essere pazienti ma siamo inarrestabili: vogliamo la verità e la vogliamo tutta”, e fermamente convinti sottolineano che “è stato necessario, doveroso, importante e fruttuoso il richiamo dell’ambasciatore dall’Egitto”.
Entrambi si aspettano di ottenere luce su quanto realmente accaduto e ricevere dalle indagini “più che serenità, giustizia verso Giulio per la persona che rappresentava. Non possiamo sapere ancora, non abbiamo mai esplorato nelle nostre vite la relazione emotiva tra verità e serenità, anche perché ora siamo ancora immersi nella ricerca della verità. Di certo non c’è alcuna azione di distanziamento fra quelle due parole. Perché non è possibile”.