Il growth hackering è un nuovo modo di fare marketing, perlopiù indicato per StartUp e piccole imprese che vogliono diventare grandi velocemente e in economia.
Che cos’è il Growth Hacker?
Il growth hackering è letteralmente il pirata della crescita e stravolgerà il modo di fare marketing all’interno di un’azienda.
Il ruolo del growth hacker è quello di fare da anello di congiunzione tra il marketing e lo sviluppo del prodotto, ha una capacità creativa quasi sopra la norma, utilizza strategie innovative ma rimanendo comunque un ambito economico molto ristretto.
Il growth hacker conosce perfettamente le dinamiche delle nuove piattaforme e le metodologie migliori per differenziarsi dai concorrenti.
Il growth hacker lavora sulla crescita dell’azienda (da qui il termine growth) ma in un modo del tutto originale e quasi fuori da ogni logica (da qui il termine hacking).
Nel mondo marketing, e web in generale, tutto va alla velocità della luce, perciò definire il growth hackering come qualche cosa di definitivo non sarebbe corretto.
Ecco perché il growth hackering è un approccio, quasi una filosofia.
Nonostante possa sembrare una tecnica aleatoria, il growth hacker fa un lavoro continuo, è costantemente in fase di sperimentazione del mercato perché monitora assiduamente il mercato e il prodotto finale.
In che modo? Semplicemente entrando in contatto con i clienti, i quali danno la loro opinione sul prodotto, e apportando miglioramenti in tempo reale, per poi riproporre il test ai clienti.
Diventa cosi un continuo scambio di domanda/risposta che si terminerà con la perfezione (quasi) assoluta.
Il Growth Hacker costruiscono la potenziale crescita di un prodotto, incluso user acquisition, retention, monetizzazione e viralità nel prodotto stesso.
In altri termini creano un prodotto che, per le sue caratteristiche, si “pubblicizzi da solo”.
Growth Hacking, un po’ di storia
Nel 2010, Sean Ellis, CEO e fondatore della GrowthHackers.com, ha coniato il termine growth hacker definendolo
“una persona il cui unico scopo è la crescita e le cui campagne vengono studiate in base all’aumento (di conversione ed utenti) che possono apportare”.
Mentre Andrew Chen, socio accomandatario di Andreesen Horowitz, ha definito il growth hacker come
“un ibrido tra web marketer e programmatore, il cui scopo è cercare risposte innovative alla vecchia domanda: Come posso conseguire clienti per il mio prodotto? Le risposte sono state: test A/B, landing page, marketing virale, email marketing e Open Graph”.
Praticamente due visionari del marketing.
Alcuni Esempi di Growth Hacking
Hotmail inizialmente collocava, alla fine di ogni mail, la frase “P.S. I love you, ottieni gratis un’email Hotmail” e il volume d’affari è passato da 20.000 a 1 milione di iscritti in 6 mesi.
Instragram era nata come piattaforma per mostrare la propria presenza in un particolare luogo, postando una foto con filtri. E’ stato rilevato dai growth hackers che agli utenti interessavano più i filtri che altro, perciò il prodotto ha virato su quello, diventando quello che conosciamo.