Ieri,13 Aprile, il presidente americano Donald Trump ha annunciato al mondo che l’America non poteva rimanere impassibile di fronte alla guerra che si sta combattendo in Siria ormai da quasi sette anni.
Qui si riporta il video della conferenza Stampa che ieri ha fatto il giro del mondo, in cui Trump ha annunciato l’intervento americano, inglese e francese in Siria contro il regime di Assad.
Cosa ha scatenato l’intervento di Trump?
Sembra una banalità, ma è giusto ripetere che lo Stato siriano è ormai diventato un terreno di scontro più per i Paesi occidentali e orientali, in primis America e Russia, che per i siriani invasi dallo Stato Islamico.
Ad oggi, i Paesi implicati indirettamente nella guerra siriana sono tantissimi e appoggiano o l’America o la Russia spinti da politiche internazionali sempre più tese e irrisolte – l’esempio più recente è il caso diplomatico della spia avvelenata scoppiato tra Inghilterra e Russia -.
Ogni Paese coinvolto usa il territorio siriano come terreno di gioco per mettere in mostra la propria forza all’attenzione della politica internazionale.
Non è un caso che Donald Trump sia voluto intervenire nel momento in cui il regime siriano, utilizzando armi chimiche, ha sfidato apertamente l’Occidente e il suo divieto dell’uso di tali armi nocive per la popolazione civile.
Ovviamente Assad ha negato l’utilizzo di armi chimiche, e la sua posizione è stata sostenuta dal suo alleato Vladimir Putin che ha smentito l’attacco chimico, accusando i caschi bianchi, ong finanziata dagli Stati Uniti, di “agire esclusivamente come organizzazione terroristica, inscenando un attacco chimico sui civili di Douma“.
Francia e Inghilterra supportano Trump
Il bombardamento di ieri in Siria ha visto un aumento dei bersagli colpiti, e la cooperazione di Francia e Inghilterra. Secondo un’analisi di Niccolò Locatelli (Limes) l’obiettivo di Washington non è quello di far crollare realmente il regime di Assad, poiché esso serve agli Stati Uniti per tenere sotto controllo Russia, Iran e Turchia, i tre paesi orientali maggiormente interessati alla posizione geopolitica siriana.
Dunque, se l’attacco non puntava alla risoluzione del conflitto esso mirava, però, a imporsi all’opinione pubblica internazionale, mantenendo una posizione ferma e un fronte compatto contro la Siria e la Russia che la sostiene.
Dal New York Times: la dichiarazione di Theresa May
Dunque, i tre governi hanno dichiarato di agire in risposta all’ attacco con armi chimiche portato a termine dal regime di Assad il 7 aprile. Dopo la conferenza di Trump, la leader Theresa May ha rilasciato la seguente dichiarazione:
Questa sera ho autorizzato le forze armate britanniche a condurre attacchi coordinati per degradare le capacità delle armi chimiche del regime siriano e scoraggiare il loro uso. Stiamo agendo insieme ai nostri alleati. Questo persistente modello di comportamento deve essere fermato perché non possiamo permettere l’erosione della norma internazionale che impedisce l’uso di queste armi.
May ha voluto ribadire che l’attacco di ieri sera non cercava la risoluzione del conflitto civile, né un cambio di regime: si è trattato di un atto di forza che non aggrava ulteriormente le tensioni nella regione e che fa tutto il possibile per prevenire vittime civili. Questa azione intende scoraggiare il regime siriano dall’utilizzo di armi proibite dalla politica internazionale.
Questa è la prima volta come Primo Ministro che ho dovuto prendere la decisione di impegnare le nostre forze armate in combattimento – e non è una decisione che ho preso alla leggera
Dal New York Times: la dichiarazione di Macron
Mentre Theresa May giustificava l’attacco coordinato con gli Stati Uniti e la Francia, anche il Presidente Emmanuel Macron ha rilasciato la sua dichiarazione:
Sabato 7 aprile 2018, a Douma, decine di uomini, donne e bambini sono stati massacrati da armi chimiche, in totale violazione del diritto internazionale e delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. I fatti e la responsabilità del regime siriano non hanno alcun dubbio. La linea rossa stabilita dalla Francia nel maggio 2017 è stata attraversata
Queste sono state le prime parole con cui Macron ha aperto il suo discorso alla Stampa internazionale, insistendo molto, come Theresa May, sulla condanna dell’arsenale chimico del regime siriano. Ha inoltre affermato che la Francia e i suoi partner rinnoveranno i loro sforzi presso le Nazioni Unite per consentire l’istituzione di un meccanismo internazionale per stabilire responsabilità e prevenire il ripetersi delle stragi perpetuate dal regime siriano.
Da maggio 2017, le priorità della Francia in Siria sono state costanti: porre fine alla lotta contro il Daesh [Stato islamico], consentire l’accesso per gli aiuti umanitari alle popolazioni civili siriane, trovare una soluzione politica al conflitto in modo che la Siria possa finalmente vivere a pace e assicurare la stabilità della regione.