Soldi e regali in cambio di favori. E’ questa l’accusa che ha portato in carcere un poliziotto dell’Ufficio Immigrazione di Milano. L’arresto è stato messo a segno nei confronti dell’agente dai suoi stessi colleghi. Le accuse nei confronti dell’agente, originario della Puglia, sono: atti contrari si doveri d’ufficio, accesso abusivo alle banche dati della polizia, falso e favoreggiamento.
A finire dietro le sbarre non solo il poliziotto, che tra l’altro era già stato sospeso dal servizio nonché ai domiciliari poiché in un controllo antidroga era stato trovato positivo alla cocaina, anche un 27enne cinese e un 40enne bulgaro che lo hanno aiutato in questa sua azione illegale.
Sarebbero stati proprio i due stranieri, secondo l’accusa, a mandare dal poliziotto corrotto diversi loro connazionali che versando una cospicua somma di denaro, si parla dalle 500 alle 600 euro a prestazione, riuscivano ad ottenere i permessi di soggiorno. La cifra poi sarebbe stata divisa in parti eguali tra i tre malviventi. Gli incontri tra i tre sarebbero stati documentati d intercettazioni ambientali e avvenivano all’interno di un bar che era gestito proprio dal giovane cinese e che è ubicato in zona Viale Certosa.
Inoltre sempre il poliziotto è stato accusato anche di aver favorito la latitanza di un 35enne albanese che era ricercato per un giro di cocaina. Non trova pace l’Ufficio Immigrazione del capoluogo lombardo visto che circa un mese fa il 56enne segretario del Sap era finito in manette per presunti regali ricevuti in cambio dell’ottenimento di permessi di soggiorno.
Milano, uomo morto per intossicazione da funghi a Gratosoglio