Oggi è morto a Roma il regista napoletano Pasquale Squitieri, aveva 78 anni. Squitieri nella sua carriera cinematografica ha anche ricoperto il ruolo di sceneggiatore e sono numerosi i film su cui ha lavorato.
La notorietà di Squitieri come sceneggiatore si è avuta negli anni ‘70 e ’80. Ha debuttato nel 1969 con il film “Io e Dio”, prodotto da Vittorio De Sica. Poi si avvicinò a Sergio Leone e sulla sua falsa riga, negli anni ’70 produsse due film della saga degli spaghetti western, ovvero “Django sfida Sartana” e “La vendetta è un piatto che va servito freddo”.
In seguito si inizia ad occupare di film che trattano le tematiche della realtà italiana degli anni ’70 e produsse “L’ambizioso (1975), Il prefetto di ferro (1977) e Corleone (1978) riguardano i contatti tra mafia e politica; Viaggia, ragazza, viaggia, hai la musica nelle vene (1973) e Atto di dolore (1990) hanno come tema principale la droga; Gli invisibili (1988) il terrorismo; L’avvocato de Gregorio (2003) le cosiddette “morti bianche”.
Importanti anche i suoi film con tematiche storico-politico, come I guappi (1974), Claretta (1984) e Li chiamarono… briganti! (1999), film sul brigantaggio postunitario che narra la storia del suo maggior rappresentante Carmine Crocco, brigante che nel Meridione controllava le terre e sfidava la Legge del neo stato italiano. Quest’ultima è probabilmente la sua opera più discussa, tanto da essere immediatamente ritirata dalle sale cinematografiche in circostanze mai chiarite: secondo alcuni per l’insuccesso al botteghino, per altri perché boicottata e tacciata di revisionismo.