Muri a secco patrimonio dell’UNESCO 2018

Si tratta della seconda candidatura per l’Italia, approvata all’unanimità dai 24 Stati membri del Comitato, riuniti a Port Louis

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L’arte dei muretti a secco è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, che l’ha inserita nella lista degli elementi immateriali. È quanto si apprende dal post sul profilo Twitter dell’organizzazione che si congratula con otto Stati europei che hanno presentato la propria candidatura: Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Italia, Slovenia, Spagna e Svizzera.

Si tratta della seconda candidatura per l’Italia, approvata all’unanimità dai 24 Stati membri del Comitato, riuniti a Port Louis. Preceduta solamente dalla pratica tradizionale della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria.

Ma in cosa consiste l’arte del ‘Dry stone walling’? Essa riguarda il bagaglio di conoscenze connesse alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull’altra, usando esclusivamente “terra secca”. Ciò rappresenta uno dei primi exempla di manifattura umana ed è presente a vario titolo in quasi tutte le regioni italiane, sia per fini abitativi che per scopi collegati all’agricoltura, in particolare per i terrazzamenti necessari alle coltivazioni in zone particolarmente scoscese.

L’Unesco ha spiegato a tal proposito:

“Le strutture a secco sono sempre fatte in perfetta armonia con l’ambiente e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura. La pratica viene trasmessa principalmente attraverso l’applicazione pratica adattata alle particolari condizioni di ogni luogo”. Essi “svolgono un ruolo vitale nella prevenzione delle slavine, delle alluvioni, delle valanghe, nel combattere l’erosione e la desertificazione delle terre, migliorando la biodiversità e creando le migliori condizioni microclimatiche per l’agricoltura“.

L’entusiasmo del Ministero delle Politiche Agricole

Gian Marco Centinaio, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo, ha commentato così l’iniziativa dell’Unesco:

“Ancora una volta i valori dell’agricoltura sono riconosciuti come parte integrante del patrimonio culturale dei popoli. Il nostro Paese si fonda sull’identità: i nostri prodotti agroalimentari, i nostri paesaggi, le nostre tradizioni e il nostro saper fare sono elementi caratterizzanti della nostra Storia e della nostra cultura.

Non è un caso quindi che, dei 9 elementi italiani riconosciuti dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità, ben 4 appartengano al patrimonio rurale e agroalimentare.

Un risultato che conferma l’importanza di questo comparto nel nostro Paese e quanto sia fondamentale, come Governo e come cittadini, non dimenticare mai le nostre radici. Ecco perché è necessario continuare a investire nella promozione e nella valorizzazione, anche a livello internazionale, delle nostre produzioni agroalimentari e dei nostri territori”.

Il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo in sinergia con il MAECI e con la Commissione nazionale Unesco ha portato avanti la candidatura della pratica rurale dell’arte dei muretti a secco.

La soddisfazione di Coldiretti

Coldiretti ha espresso la propria soddisfazione:

“Un giusto riconoscimento a una tradizione che in Italia unisce da nord a sud la Valtellina e la Costiera amalfitana, Pantelleria con le Cinque terre e in Puglia il Salento e la Valle d’Itria, realizzata e conservata nel tempo grazie al lavoro di generazioni di agricoltori impegnati nella lotta al dissesto idrogeologico provocato da frane, alluvioni o valanghe”.

E ha aggiunto:

“La tecnica del muretto a secco riguarda la realizzazione di costruzioni con pietre posate una sull’altra senza l’utilizzo di altri materiali se non un po’ di terra. La stabilità delle strutture è assicurata dall’attenta selezione e posizionamento dei sassi.

Questi manufatti, diffusi per la maggior parte delle aree rurali e su terreni scoscesi, hanno modellato numerosi paesaggi, influenzando modalità di agricoltura e allevamento, con radici che affondano nelle prime comunità umane della preistoria.

I muretti a secco svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione delle frane, delle inondazioni e delle valanghe e nella lotta all’erosione e alla desertificazione della terra, aumentando la biodiversità e creando condizioni microclimatiche adeguate per l’agricoltura in un rapporto armonioso tra uomo e natura”.

Scritto da Veronica Mandalà

Palermitana d'origine, amo scrivere di tutto e osservare la realtà a 360 gradi.