Concorso esterno in associazione mafiosa camorristica. Con questa accusa è stato condannato a nove anni di carcere l’ex parlamentare di Forza Italia Nicola Cosentino.
L’ex sottosegretario Pdl inoltre al termine della pena dovrà anche scontare altri due anni di libertà vigilata. Insomma una sentenza pesante quella pronunciata oggi dalla prima sezione collegio C del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere presieduta da Giampaolo Guglielmo.
La richiesta avanzata dal pubblico ministero, Alessandro Milita, era di 16 anni di condanna, ma la sentenza ha mitigato la portata anche se resta comunque un lungo periodo per Cosentino d trascorrere in carcere. Il processo è iniziato il 10 marzo 2011 e dopo 141 udienze è arrivato a una soluzione finale.
Numerosi sono stati coloro che hanno preso parte al processo come testimoni visto che il pm Milita e gli avvocati Agostino De caro e Stefano Montone hanno ascoltato oltre 300 persone, tra cui molti big del clan dei Casalesi. Cosentino era stato arrestato nel 2009 dall’allora gip di Napoli Raffaele Piccirillo che aveva firmato un’ordinanza di 199 pagine. L’arresto però non è diventato mai esecutivo fino al 15 marzo 2013, visto che più volte era stato respinto dalla Camera, quando Berlusconi decide di non ricandidare il suo delfino che quindi si costituisce presso il penitenziario di Secondigliano.
Poi dopo qualche mese di carcere arrivano gli arresti domiciliari e quindi la libertà almeno fino al 3 aprile 2014 quando torna in carcere per accuse di estorsione nei confronti di un imprenditore di carburanti: dal 1 giugno è finito agli arresti domiciliari a Venafro. Oggi la condanna più grave.
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