Omicidio Milano, Jessica uccisa per una lite sul film: lui violento e ossessionato dalle giovani

Arrivano i primi dettagli sull’omicidio di Jessica Faoro avvenuto ieri a Milano in via Brioschi. Avrebbero litigato per un film e poi la colluttazione. Lui era stato già denunciato per stalking ed aveva un comportamento violento.

Omicidio Jessica Milano

Milano, La ragazza avrebbe provato a difendersi prima di essere uccisa. E’ Garlaschi, l’accusato di averla assassinata, a rivelare nuovi particolari. Ha dichiarato di aver «rigirato il coltello che aveva in mano la ragazza contro di lei. «L’ho colpita allo stomaco». La scientifica oggi, ha indagato sul delitto di Jessica Faoro.

La zona perlustrata è stata quella tra il palazzo di via Brioschi, luogo dell’ omicidio, e locale pattumiera, dove dovrebbe provato a nascondere l’arma del delitto il tranviere Alessandro Garlaschi, che non è ancora stato ritrovato. La notizia dell’agenzia di stampa Ansa, spiega come Per poter pagare un piccolo affitto. Prima era stata ospitata da una comunità per ragazze madri, perchè aveva dato alla luce un bambino, che poi ha dato in adozione.

Omicidio Faoro, i precedenti di Garlaschi

Da quanto riportano le fonti investigative citate dal Corriere della Sera, lui aveva una vera e propria ossessione per le giovanissime. E Jessica non poteva esserne al corrente quando ha risposto all’annuncio della famiglia Garlaschi. L’uomo in passato sembra avesse ospitato già altre ragazze e nutriva una malsana ossessione sessuale.

Infatti anche con le altre che aveva ospitato in casa si comportava allo stesso modo, con passeggiate e regali. Nell’ultimo martedì sera il trentanovenne e la ragazza erano stati visti in un negozio di ottica vicino il Castello Sforzesco. E sembra anche che Garlaschi, con le altre ragazze ospitate in casa, si vantava con i colleghi.

La perizia del medico legale

E potrebbe proprio essere questo il movente dell’omicidio. Il rifiuto alle avances del tranviere Atm. E nella colluttazione si sarebbe ferito alle mani con dei tagli. Ma solo una perizia del medico legale potrà stabilire se si tratta di tagli da difesa o se l’uomo se li sia fatti da solo.

Omicidio Jessica Milano

Dopo il primo colpo allo stomaco, lui l’avrebbe colpita più volte al petto. E come ha riporta La Stampa, le avrebbe dato fuoco per cercare di sbarazzarsi del cadavere. Interrogato fino a tarda notte, ha confessato l’omicidio. E’ stato trasferito a San Vittore, nel centro osservazione neuropsichiatrica all’interno del centro clinico. Ed è sorvegliato a vista.

Omicidio di Milano, la dinamica dei fatti

Il tranviere l’avrebbe accoltellata per almeno 10 volte in raptus omicida nella sua casa in Via Brioschi per una banale lite banale, sulla scelta del film.
E questa sarebbe il motivo dell’omicidio, secondo le confessione fatta da Garlaschi davanti al pm in carcere a San Vittore. Una versione che viene presa con tutti i “se” dagli inquirenti. E che forse per questo motivo hanno ricoverato in reparto neuopsichiatrico per osservazione.

Quando la Mobile di Milano è entrata nell’appartamento ha visto una scena raccapricciante. Il corpo infilato solo per una metà in un borsone, dove probabilmente avrebbe dovuto poi dargli fuoco. E poi ha ha scaraventato il borsone sotto il divano letto.

Omicidio Faoro, la confessione di Garlaschi

La confessione del tranviere Alessandro Garlaschi alla fine è arrivata: «ho rigirato il coltello che aveva in mano contro di lei, e l’ho colpita allo stomaco», Le parole arrivano all’orecchio del pm dopo l’interrogatorio delle ultime.

“Sei un mostro, devi marcire in galera», gli urlavano ieri quando è stato arrestato. «Non salutava mai, era quasi ai limiti della maleducazione, ma non avrei mai pensato che potesse finire così», racconta un collega a Il Giorno; e anche che aveva un passato turbolento dal punto di vista dei rapporti affettivi.

Sposato, Garlaschi aveva avuto una relazione con una collega Atm che viveva al piano di sotto, nella stessa scala di via Brioschi 93. Sembra che la storia, abbia compromesso il matrimonio, e fosse finita male. Con una denuncia per atti persecutori presentata dalla donna nel 2014.