È iniziata una nuova operazione militare nel nordest della Siria contro i curdi siriani. Ad annunciarlo il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan e alcuni media turchi riportano che i primi bombardamenti sono stati effettuati contro la città di Ras Al Ain, al confine tra Turchia e Siria. Si sono susseguiti poi altri attacchi in tutto il nordest che, secondo fonti locali, stanno provocando caos e terrore tra i civili della zona.
Erdoğan ha spiegato oltremodo che l’operazione coinvolge anche l’Esercito Libero Siriano, ossia un gruppo ribelle sunnita che aveva precedentemente partecipato a offensive turche in Siria contro i curdi. Finora, fanno sapere i curdi siriani, sono morti due civili nei bombardamenti.
Obiettivo dell’intervento militare
L’operazione militare avviata dalla Turchia prende il nome di “Primavera di pace“. Obiettivo dichiarato è quello di creare una sorta di “zona cuscinetto” nel nordest della Siria, precisamente a est del fiume Eufrate, per limitare l’operazione dei curdi siriani e allontanarli dal confine con la Turchia. I curdi, secondo il governo turco, sono un gruppo terroristico da non sottovalutare.
Entro la “zona cuscinetto” dovrebbero rientrare centinaia di migliaia di profughi siriani scappati dalla violenza e dagli orrori della guerra.
I precedenti attacchi della Turchia
Da qualche anno la Turchia combatte i curdi siriani in Siria, considerati un continuum del PKK (il Partito dei Lavoratori del Kurdistan), e dunque fuorilegge. L’intervento militare turco era stato annunciato nei giorni scorsi a margine della decisione del presidente americano Donald Trump di ritirare le truppe senza interferire quindi nelle operazioni militari turche. Immediate le critiche nei confronti del Tycoon, autore di un”tradimento” nei confronti dei curdi i quali, negli ultimi anni, avevano combattuto insieme agli Usa contro lo Stato Islamico.
In seguito ad un accordo raggiunto ad agosto specificamente tra Turchia e Usa, il governo americano aveva convinto i curdi a ritirarsi da alcuni avamposti di frontiera con la Turchia, promettendo loro protezione e sicurezza. Quel ritiro ha comportato di conseguenza una maggior esposizione dei curdi agli attacchi turchi.