Il ministro degli Affari Europei Paolo Savona è stato indagato insieme ad altre 22 persone per usura bancaria ai danni di una società che realizzava parchi eolici. I fatti si riferiscono al periodo 2005-2013 proprio quando il ministro era ai vertici di Unicredit.
Insieme a Savona, la Procura di Campobasso ha indagato anche Alessandro Profumo, AD di Leonardo e Fabio Gallia, AD e direttore di Cassa Depositi e Prestiti.
La cosa certa è che l’inchiesta andava avanti già da mesi, probabilmente anche da prima che Savona ricevesse la carica di ministro. I fatti sono stati resi pubblici in quanto il PM ha chiesto il prolungamento delle indagini di sei mesi. In attesa, quindi, che il GIP convalidi la richiesta è scoppiato il polverone.
Savona indagato, le dichiarazioni dell’avvocato del denunciante
Dice Luca Iosa, l’avvocato che ha curato l’inchiesta:
“Abbiamo fatto denuncia nel 2017. Al momento il pm ha richiesto una proroga delle indagini per poi valutare se andare avanti. Proroga delle indagini che serve proprio per vedere se il tasso soglia dell’usura è stato superato. Va da se’ che, secondo giurisprudenza di Cassazione consolidata, è necessario indagare i vertici della banca poichè loro hanno la funzione di controllo e garanzia. La giurisprudenza lo impone”.
Questo è, infatti, il passaggio fondamentale, i vertici della banca vengono iscritti al registro degli indagati, ma il ministro Savona potrebbe non essere direttamente responsabile in quanto all’epoca non si occupava dei tassi d’interesse.