Tanta le ultime notizie in materia di pensioni oggi 7 marzo 2017. In particolare ci soffermiamo sulla polemica senza fine su quelle dei parlamentari per poi proseguire sulla proposta di pensioni di cittadinanza e sulla sua reale applicazione. Quindi uno sguardo su uno svantaggio a discapito degli assegni pensionistici per i militari e infine il monitoraggio attivo sull’Ottava Salvaguardia.
PENSIONI, POLEMICA SU QUELLE DEI PARLAMENTARI
Non si spegne la polemica intorno alle pensioni dei parlamentari dopo la richiesta avanzata dal Movimento 5 Stelle di rapportarle a quelle dei cittadini comuni. Luigi Di Maio ha lanciato anche una data, 15 settembre, entro la quale non bisogna andare e ha polemizzato nei giorni scorsi con il presidente Inps Tito Boeri reo di aver compiuto un deciso passo indietro sulla questione. Le novità? Sono quelle vengono fornite dall’Aduc che ha intervistato il professore Roberto Perotti dell’Università Bocconi di Milano che ha spiegato come il far diventare ordinarie le pensioni dei parlamentari possa comportare in futuro un grosso disagio proprio per le pensioni comuni. Perché è vero che il risparmio all’inizio si aggirerebbe sui 2 miliardi di euro, ma poi pian piano i tagli verrebbero operati su tutte le pensioni e quindi anche su quelle più basse.
PENSIONE DI CITTADINANZA: LE ULTIME NOVITA’
Un altro tema caldo è quello delle pensioni di cittadinanza che è stato proposto nei giorni scorsi da Cesare Damiano ex ministro del Lavoro. Una proposta che voleva andare ad aiutare soprattutto i giovani che si troverebbero in difficoltà a raggiungere una pensione solo con il metodo contributivo. E allora sul punto è intervenuto Michele Spallino che da operatore del mercato ha spiegato come tutti dovrebbero godere di un trattamento pensionistico pari a 1.00 euro dai 60 anni e le pensioni dovrebbero essere concepite come una spesa dello Stato e quindi pagate dalla fiscalità generale.
PENSIONI MILITARI: ARROTONDAMENTO SVANTAGGIOSO
Nel frattempo altre polemiche si tanno alzando dal mondo militare poiché la decisione del Governo di arrotondare l’anzianità contributiva è uno svantaggio per i lavoratori del comparto difesa. Secondo le ultime stime infatti oltre 550 militari verrebbero a essere penalizzati dal mancato riconoscimenti dei 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995. La questione è stata sollevata in un’interrogazione presentata lo scorso 1 marzo al Ministero del Lavoro e riguarda quei militari che si sono arruolati prima del 25 giugno 1982 e che sono ormai prossimi al pensionamento.
OTTAVA SALVAGUARDIA: INIZIA IL MONITORAGGIO
Se lo scorso 2 marzo si sono chiusi i termini per la presentazione delle istanze di accesso all’Ottava Salvaguardia pensionistica, è iniziato in contemporanea anche il monitoraggio sulle 30.700 domande di prepensionamento accoglibili. La Legge di Bilancio prevede che questo sia il tetto massimo di domande che possono essere accolte e che vanno così suddivise: 11mila lavoratori destinatari dell’indennità di mobilità ordinaria o dello speciale trattamento edile; 10.400 lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria dell’assicurazione IVS entro il 4 dicembre 2011; 7.800 lavoratori cessati dal servizio con o senza accordi con il datore di lavoro; 700 lavoratori che hanno fruito del congedo straordinario per l’assistenza ai disabili; 800 lavoratori il cui contratto a tempo determinato è cessato entro il 2011.
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