Chi di noi non desidera una storia d’amore con un lieto fine come avviene nelle favole. C’è un però: infatti non solo viviamo in una realtà complessa dove non mancano i problemi, ma talvolta tendiamo ad enfatizzare fantasmi che ci creiamo e a lasciarci andare. Morale della favola: mandare tutto all’aria e rompere la fiaba che si vive.
Antonello Venditti celebra ad esempio l’amore quando canta: “Certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Di fatto, le storie d’amore iniziano e finiscono, proseguono e si trasformano; niente è scontato.
Le basi dell’amore
Bisogna iniziare dalle piccole azioni semplici e spontanee, come un bacio rubato, una carezza improvvisa o un abbraccio sincero. Dai piccoli gesti a quelli più complessi il passo è breve, e culmina coi momenti di romanticismo da vivere con trasporto sotto le lenzuola.
Azione, spontaneità, sincerità e amore sono alla base di una storia e mantenerne salde le basi è alquanto difficile, specie se incombono problemi non indifferenti provenienti sia da fattori esterni che interni alla stessa coppia.
Come risolvere i problemi
Mancanza di dialogo, distacco e freddezza sono alcuni dei segnali indicatori che qualcosa nella coppia non va.
Quindi evita di:
- Programmare i momenti in cui fare l’amore;
- Fuggire dall’intimità: vuol dire che qualcosa non funziona e la coppia è prossima alla rottura;
- Ignorare i problemi e i gesti d’affetto: alla base vi è la mancanza di dialogo e di affiatamento tra i due partner. Basti pensare che ostacoli e questioni scottanti esistono in ogni coppia, anche in quella più affiatata;
- Mancanza di spontaneità nei gesti.
Come comportarsi dopo una rottura
La fine di una storia svuota l’anima e appesantisce il cuore che, paradossalmente, risente del contraccolpo psicologico. In sintesi, si elabora un vero e proprio lutto. Come comportarsi in questi casi? Alcuni studiosi di psicologia hanno suddiviso la fase del lutto amoroso in cinque fasi comprendenti:
- Negazione;
- Patteggiamento;
- Rabbia;
- Depressione;
- Accettazione.
Primo stadio: Negazione
La prima fase contempla la negazione o, semplicemente, il rifiuto della perdita. Vivendo in coppia progetti, fantastichi e immagini un futuro roseo con conseguente matrimonio e, perché no, figli da accudire e vivere.
Quando condividi qualcosa d’importante con una persona che riempi i tuoi spazi con gesti inaspettati, modi di esprimersi e di fare che in un certo senso assimili, fai tuoi, diventano semplicemente parte di te. Come si sa, però, anche il legame più autentico non è immune dagli ostacoli ragion per cui, si sa, la differenza la fa sempre la voglia di chiarirsi.
Ma se il legame si spezza, il castello di sabbia crolla e il tuo mondo va in frantumi. Tutto quello che avevi immaginato cade nel baratro e inizia, quello che gli psicologi definiscono, un vero e proprio “lutto“. Si tratta di un lutto metaforico, nel senso che la persona che hai amato muore nel tuo cuore, ti ferisce a tal punto che entri in un tunnel senza uscita.
Si genera quindi il rifiuto, prima reazione alla fine di una storia e anticamera della negazione. Quest’ultima è una risposta naturale all’abbandono ed è funzionale a proteggerti da sentimenti che sulle prime,non sapresti affrontar.
Secondo stadio: Patteggiamento
Il secondo stadio annovera invece il patteggiamento, ovverosia il mal celato tentativo di riavere indietro la persona amata. Il patteggiamento si fonda sulla speranza che ci possa essere un ritorno di fiamma col partner. Indubbiamente si tratta di un passo in avanti nell’elaborazione del lutto, dal momento che riguarda non condizione non implicante più la negazione della perdita.
Comprendi di essere nel periodo di patteggiamento quando sfogli numerose promesse tra cui: “Se tornerai, cambierà tutto”, “Migliorerò il mio carattere” et similia.
Terzo stadio: Rabbia
Quando fallisce il tentativo di riavvicinamento subentra un’immensa rabbia che esplode inevitabilmente dentro di te. Ed è a questo punto che entri nella terza fase, appunto della rabbia, dove sfoghi le ire sul tuo ex oppure su un eventuale terzo ‘incomodo’ responsabile della rottura.
Paradossalmente si tratta di un ulteriore progresso: infatti è il segno che si è iniziato a comprendere la realtà dei fatti, l’avvenuta perdita.
Nonostante tutto, rispetto al patteggiamento la rabbia è un ulteriore progresso: è il segno che hai iniziato a comprendere l’irrimediabilità della perdita. “Se avessi saputo prima chi sei davvero, non avrei fatto l’errore di amarti” oppure “Ho perso un anno della mia vita con te” sono solo alcuni segnali dettati dalla rabbia.
Quarto stadio: Depressione
Dalla rabbia alla depressione il passo è breve. In un certo senso, la rabbia ti fortifica, l’adrenalina scorre nelle tue vene e la brama di rivalsa scoppia al tuo interno, ma sono momenti fugaci di reazione che portano alla depressione.
È proprio con la depressione che per la prima volta affronti l’avvenuta perdita, non potendo più rifiutarla o conservare le speranze di porvi rimedio, né tanto meno si ha la forza di continuare a provare risentimento. Un senso di profonda di tristezza ti pervade ma bada bene, è positivo: infatti è la via d’uscita dal lutto.
Senti solo una profonda tristezza, uno stato che, per quanto possa sembrarti indesiderabile, in realtà è la via d’uscita dal lutto. Se se in questa fase, ti verrà spontaneo pensare: “Non riuscirò più ad amare”, o ancora “Perché dovrei conoscere qualcuno? Sarebbe inutile”.
Quinto Stadio: Accettazione
Iniziale rifiuto, poi prove di riavvicinamento, inevitabile rabbia e depressione. Dopo aver esplorato le prime quattro fasi, entriamo di diritto nell’ultima, quella più importante: la fase dell’accettazione. Accettare che la storia sia finita significa mettere un punto definitivo, voltare pagina e iniziare a vivere. Ciò nella piena consapevolezza che sia possibile vivere nuove esperienze grazie anche all’affetto di chi ti sta accanto, famiglia e amici.
Un’ultima annotazione è importante: l’elaborazione del lutto non ha tempi ben precisi di reazione, senonché dipende esclusivamente da te e dalle tue azioni.