Alla notizia dell’ufficialità del DPCM sul contenimento del Coronavirus, è scoppiata una rivolta nelle carceri italiane. In alcuni casi la situazione è decisamente sfuggita di mano ed alcuni detenuti sono deceduti o sono rimasti feriti. La situazione è stata resa poi più difficile dalle proteste sopraggiunte all’esterno delle case circondariali: i familiari dei detenuti – sentito del caos all’interno delle carceri – hanno iniziato ad affollarne gli ingressi, richiedendo l’intervento della Polizia.
Alla base del caos c’è principalmente la norma che sospende temporaneamente le visite familiari, assicurandone il diritto in via telematica. La paura è che il Coronavirus attecchisca in ambienti a rischio come quello carcerario in cui il sovraffollamento e la promiscuità sono frequenti.
Sei detenuti morti a Modena, il sindacato: “Chiudere il carcere”
La situazione più grave si è registrata a Modena, la Questura ha confermato che sei detenuti hanno perso la vita negli scontri. Fonti ufficiali fanno sapere che almeno due decessi sarebbero causati da overdose di stupefacenti ed altri tre non sono riconducibili agli scontri. Sono in corso le indagini per stabilire con esattezza le cause delle fatalità.
Il policlinico di Modena fa sapere che in totale sono stati 18 i detenuti arrivati alle cure dei medici. Molti sono stati ricoverati per intossicati e quattro di questi sarebbero in terapia intensiva. All’Ospedale Civile sono stati anche medicati agenti di polizia penitenziaria e sanitari con ferite lievi.
Il segretario nazionale del sindacato Sappe chiede la chiusura del carcere, in quanto in parte inagibile:
Il carcere è completamente inagibile, si va verso la chiusura in 25 anni non ho mai visto una situazione del genere. Per citare le parole di un collega: neppure un uragano avrebbe determinato cause così devastanti. È una situazione molto triste da vedere. Sulle cause precise non posso esprimermi o fare ipotesi, ma da anni il sistema carcere adotta politiche fallimentari come la vigilanza dinamica. Le istituzioni sono tenute a ragionare e riflettere
Proteste al carcere di Poggioreale, i familiari bloccano la strada
Alcuni detenuti sono saliti sul tetto del carcere cittadino di Poggioreale, a Napoli. Non appena diffusa notizia degli scontri, i familiari hanno invaso la strada su cui affaccia il carcere, bloccando la circolazione del traffico e dei mezzi pubblici. È stato necessario l’intervento della Polizia di Stato per calmare la rivolta: i familiari temevano per la saluta dei propri familiari. Nelle proteste è stato chiesto anche l’indulto per fronteggiare l’emergenza.
Rivolte a Salerno, Milano, Pavia, Frosinone, Vercelli, Palermo, Bari e Foggia
La lista delle case circondariali interessate dalla protesta è vastissima: include anche città in attuale zona rossa. Le richieste sono più o meno simili, cambia il modus operandi della protesta. A San Vittore alcuni detenuti sono saliti sul tetto, in altre città si è deciso di barricarsi in aree del carcere, in altre ancora (come a Pavia) sono stati sequestrati agenti penitenziari. Attualmente sono stati convocati i tavoli con i prefetti, ma non è arrivata ancora alcuna misura a livello nazionale.