Renzi lascia il PD e fonda nuovo partito: i motivi della rottura

Matteo Renzi ha spiegato i motivi della rottura in un’intervista a “Repubblica” in edicola oggi

Dopo rumors che da giorni aleggiavano tra le stanze di Palazzo Chigi, Matteo Renzi ha telefonato in serata al premier Giuseppe Conte per formalizzare l’addio dal Pd e la formazione di gruppi autonomi. L’ex segretario dem ha chiamato anche i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico ed Elisabetta Alberti Casellati, confermando il “sostegno convinto” all’esecutivo.

In un’intervista a Repubblica in edicola oggi, Renzi ha spiegato i motivi della sua scelta, tra cui spicca la volontà di affrontare Salvini. Intanto alla Leopolda sarà presentato il simbolo: il primo impegno elettorale le politiche, ‘sperando che siano nel 2023’, e le Europee 2024.

Una trentina di parlamentari, circa venti deputati e una decina di senatori seguiranno Renzi per formare gruppi autonomi che continueranno a far parte della maggioranza e a sostenere in Parlamento il neo governo. Rimarranno “a casa” le correnti guidate dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini e dall’ex ministro dello Sport Luca Lotti.

La decisione di abbandonare il Pd non è piaciuta al ministro Dario Franceschini, che avrebbe sbottato nella chat dei deputati Pd:

Nel 1921-22 il fascismo cresceva sempre più, utilizzando rabbia e paure. Popolari, socialisti, liberali avevano la maggioranza in Parlamento e fecero nascere i governi Bonomi, poi Facta 1 poi Facta 2. La litigiosità e le divisioni dentro i partiti li resero deboli sino a far trionfare Mussolini nell’ottobre 1922. La storia dovrebbe insegnarci a non ripetere gli errori”.

L’annuncio di Matteo Renzi

Ho deciso di lasciare il Pd e di costruire insieme ad altri una Casa nuova per fare politica in modo diverso. Dopo sette…

Gepostet von Matteo Renzi am Montag, 16. September 2019

 

 

 

Scritto da Veronica Mandalà

Palermitana d'origine, amo scrivere di tutto e osservare la realtà a 360 gradi.