Ci siamo quasi il prossimo 1 marzo Governo e Sindacati si torneranno a sedere intorno allo stesso tavolo per discutere di Riforma delle Pensioni. In presidio però ci sono i lavoratori precoci che hanno indetto un sit-in di protesta.
Infatti proprio di loro si discuterò all’interno del tavolo organizzato, secondo in pochi giorni, tra Governo e Sindacati che hanno riaperto la concertazione dopo che per mesi ci sono stati scontri e polemiche sui mass media con ripetuti attacchi da una parte all’altra senza arrivare a qualcosa di effettivamente concreto per tutti quei lavoratori che non riescono ad agganciarsi alla pensione anticipata così come definita dalla Riforma Fornero: 42 anni più 10 mesi di contribuzione effettiva.
PROTESTA LAVORATORI PRECOCI: IL MOTIVO
I lavoratori precoci si trovano in una tagliola perché Governo e Sindacati andranno a definire la loro posizione in merito alla cosiddetta Quota 41 che anticipa per loro l’uscita da lavoro con “soli” 41 anni di contribuzione effettiva. La scriminante però resta quell’anno effettivo e concreto di contribuzione che deve essere stato versato prima del compimento del diciannovesimo anno di età per far scattare la dicitura lavoratore precario.
I TEMI SUL TAVOLO INCONTRO GOVERNO-SINDACATI
Nell’incontro tra Governo e Sindacati si discuterà quindi dei decreti attuativi relativamente all’Ape, ma un ruolo fondamentale della discussione sarà la Quota 41 che secondo l’impostazione data fino a oggi è fortemente limitante. Intanto i lavoratori precoci oggi saranno al fianco del Movimento 5 Stelle che a Montecitorio presenta la proposta di legge di riduzione delle pensioni dei parlamentari così da equipararle a quelle dei normali cittadini.