Oggi in onda la seconda puntata sullo scandalo Rimborsopoli 5 Stelle delle Iene pubblicata solo online per la faccenda del parcondicio. Si allarga la lista dei parlamentari, deputati e senatori, del Movimento che non sono in regola con la politica interna della restituzione.
Oltre ai già citati Cecconi e Martelli, sarebbero coinvolti anche Ivan Della Valle (270 mila euro), Girolamo Pisano (200 mila), Maurizio Buccarella (137 mila), Elisa Bulgarelli (43 mila), Silvia Benedetti (23 mila) ed Emanuele Cozzolino (13 mila). La lista è stata confermata dallo stesso Di Maio.
Rimborsopoli 5 Stelle, le dichiarazioni di Grillo
A commentare la faccenda anche Beppe Grillo, fondatore del Movimento, che si dice molto amareggiato per tutta la faccenda: “siamo diversi anche nel restituire”, ironizza. È chiaro ai vertici che la base necessita di chiarezza e trasparenza, tanto da esporre il candidato premier Luigi di Maio ad una quasi ridicola rendicontazione davanti alle telecamere di Mediaset.
L’attuale vicepresidente della Camera, infatti, ha invitato Filippo Roma a Montecitorio per verificare la posizione personale del candidato premier. Rispetto al codice del partito risulta in regola.
Le accuse di massoneria tra gli iscritti al partito
Intanto continuano a nascere nuove inchieste giornalistiche. Questa volta sulla presunta appartenenza di esponenti del Movimento, attualmente candidati, iscritti in logge massoniche. Sono tre in totale i candidati “incriminati”.
Il Movimento si difende dichiarando: “Al momento della sottoscrittura della candidatura sia Azzerboni che Piero Landi non ci hanno informato, non hanno detto la verità – così continua il comunicato – Per questa ragione non possono stare nel Movimento 5 Stelle e sempre per questo motivo sarà loro chiesto di rinunciare al seggio“.
Sulle modalità, peraltro molto discusse di rinuncia al seggio, Di Maio risponde così: “Ho chiesto l’impegno alla rinuncia a essere parlamentari con il M5S ma in ogni caso nel gruppo M5S non ci entrano – continua il candidato premier – Possono chiedere al presidente della Corte di Appello di non accettare la proclamazione e questa è ovviamente discrezione del presidente della Corte e in ogni caso possono chiedersi di dimettersi il giorno dopo l’elezioni”