La giornalista Selvaggia Lucarelli ha commentato via social la faccenda della bomba alla pizzeria Gino Sorbillo. Non è passato inosservato l’attacco che la Lucarelli ha riservato al noto pizzaiolo, proprietario della storica pizzeria di Napoli vittima di un’esplosione avvenuta lo scorso 16 gennaio.
Nell’articolo apparso domenica 27 gennaio su Il Fatto Quotidiano, l’opinionista parla di incongruenze e perplessità emerse in alcuni passaggi chiave nella narrazione della vicenda, specie per quel che riguarda il modo con cui Sorbillo stesso e la stampa hanno raccontato tutto.
Lucarelli critica Sorbillo: I punti chiave dell’articolo
L’articolo di Selvaggia Lucarelli può riassumersi in tre punti chiave: bomba, incendio e versione dei fatti.
A partire dalla questione “bomba” che, a dire della Lucarelli, è stata enfatizzata in modo errato al punto tale da allontanarsi dalla realtà dei fatti.
Ecco un estratto:
Si è letto ovunque “Bomba esplode davanti alla pizzeria Sorbillo”, “Bomba devasta”, “Bomba distrugge”. Lo stesso Sorbillo dice “bomba” e “ordigno esplosivo”, parla di danni per migliaia di euro, esibisce a favore di flash il cartello “Chiuso per bomba” a poche ore dall’ accaduto e afferma che il boato ha svegliato “tutto il centro storico di Napoli”.
In realtà, sottolinea la Lucarelli, si è trattata di una bomba carta, “un qualcosa di un po’ più grosso e potente di un petardo. (…)Tant’è che i danni sono stati contenuti. Il locale non è stato né distrutto né devastato. È stata danneggiata una saracinesca e poco più”.
Per quanto riguarda un punto delicato come l’incendio, Selvaggia Lucarelli sottolinea la rapidità con la quale Sorbillo si è precipitato su Facebook per scrivere “Cinque anni fa mi hanno incendiato la pizzeria e ora anche la bomba!”; per poi aggiungere: “Cinque anni fa qui nella stessa sede hanno appiccato un incendio. Non è il primo atto che ci fanno, denunceremo”. “Come cinque anni fa trovai la forza per ricominciare”.
Riscontro alquanto discutibile tra verità dei fatti e realtà: “(…) Ma andando a cercare notizie sull’ incendio avvenuto nell’aprile del 2012 che effettivamente danneggiò i locali della pizzeria, la verità sembra un’altra, e cioè che si sia trattato di un corto circuito. E, continua l’opinionista, l’incendio fu colpa “di un quadro elettrico difettoso”.
A questo punto, si interroga la giornalista:
“Perché Sorbillo continua a dire che la bomba è la seconda intimidazione ai suoi danni della camorra? Non è così, e sostenerlo senza prove non è un favore alla legalità, ma a chi dice che stia cavalcando questa vicenda per farsi pubblicità”.
Evidenti crepe, riporta ancora una volta la Lucarelli, emergono sulla versione dei fatti:
Poi ci sono le dichiarazioni di Sorbillo sui mandanti, che subiscono vari aggiustamenti nei giorni. Prima dice che è stata la tifoseria organizzata, poi quelli che non hanno gradito la sua pizza contro il razzismo e in favore di Koulibaly, poi dice che la camorra vuole far vedere ai commercianti del quartiere chi comanda, poi che potrebbe essere una guerra tra bande, poi che hanno colpito lui perché lui è il simbolo della rinascita e della legalità a Napoli e lui è un ex carabiniere, queste cose le sa. Però specifica che nessuno gli ha mai chiesto il pizzo e nessuno l’ha mai minacciato. Una leggera confusione”.
Selvaggia Lucarelli non ha risparmiato l’attacco conclusivo a Gino Sorbillo:
Insomma, Pizzaman (così decide modestamente di definirsi nella sua autobiografia del 2017 Gino Sorbillo) è di sicuro vittima della camorra ma anche di un egocentrismo che rischia di offuscare – ed è un peccato – il messaggio positivo che il suo successo e la sua promozione della legalità lanciano in tutto il mondo. (…) Si spera che Gino Sorbillo ci aggiorni al più presto sulle indagini.
Senza ambiguità e ricami però, perché poi, il paradosso per un piazzaiolo, può diventare quello di trasformare un evento serio in un evento serio che galleggia in qualche mezza bufala“.