Roberto Spada rimane in carcere per aggressione a giornalista

Roberto Spada (2D) lascia la caserma dei carabinieri di Ostia, dove era stato portato dopo essere stato fermato per l'aggressione nei confronti della troupe Rai, 09 novembre 2017. Le accuse nei suoi confronti sono quelle di lesioni aggravate e violenza privata con l'aggravante di aver agito in un contesto mafioso. Scortato dai militari, Spada è stato poi portato nel carcere romano di Regina Coeli. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Si aggrava la situazione di Roberto Spada, resta in carcere dopo aver aggredito pubblicamente il cronista di “Nemo” Daniele Piervincenzi. A deciderlo il gip Anna Maria Fattori che nell’ordinanza di custodia cautelare ha riconosciuto l’aggravante del metodo mafioso.

Spada è il fratello del noto boss della malavita locale a Ostia, Carmine detto “Romoletto”, condannato a dieci anni per estorsione con aggravante di metodo mafioso. I due fratelli si contendo diversi racket, dividendosi i compiti tra prestiti usurai e spaccio di droga.

A seguito della violenta aggressione ai danni del giornalista rai, Roberto Spada è stato prelevato dai carabinieri presso la sua abitazione tra gli insulti delle persone rivolti ai militari intenti a fare il loro lavoro. Per lui l’accusa è di lesioni gravissime, avvenute sotto gli di decine persone.

Aggressione Spada, le parole di Piervincenzi

Daniele Piervincenzi ha sottolineato come quella aggressione sia avvenuta in un contesto di totale omertà: “Non so quante persone abbiano assistito alla nostra aggressione ma sono sicuro che fossero più di dieci – afferma il giornalista – Alcune erano affacciate alle finestre dei palazzi che davano su via Forni e stavano osservando ciò che accadeva”.

Continua così il reporter di Nemo: Nessuno è intervenuto per aiutarci. Temevamo, infatti, non solo che qualche appartenente alla famiglia Spada potesse raggiungerci presso l’ospedale e farci del male, altresì che potessero rubarci la telecamera con i video che avevamo girato”.

Piervincenzi aggiunge anche la sua preoccupazione per lo stato di sicurezza della sua famiglia: “Dopo quanto accaduto temo ritorsioni nei miei confronti da parte degli Spada e ho paura per la mia incolumità e per quella dei miei familiari”.

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Foto: ANSA/MASSIMO PERCOSSI

A spedire Spada nell’occhio del ciclone il suo rapporto con i vertici del partito CasaPound, cui Spada ha apertamente mostrato il suo sostegno, sia presenziando ai comizi, sia prendendo parte ad alcune iniziative del partito di estrema destra. In particolar modo ad avere destato l’interesse del giornalista aggredito, è il rapporto tra Spada e Luca Marsella, consigliere CasaPound al X Municipio di Roma.

In seguito alle ripercussione dell’aggressione, il partito e i singoli esponenti hanno rinnegato l’amicizia e i rapporti con il membro del clan Spada, anche se le prove della loro conoscenza e dei trascorsi sono evidenti ed innegabili.