Quella di quest’anno sarà una Pasqua con i fuochi d’artificio. Il rientro incontrollato della stazione spaziale cinese Tiangong 1, con la eventuale caduta di frammenti, potrebbe avvenire tra il 28 marzo e il 4 aprile colpendo “le Regioni a sud dell’Emilia-Romagna”.
Cosa si sa sulla stazione spaziale cinese
Il Tiangong 1 (letteralmente Palazzo celeste), dal peso di 8500 chili, fu lanciato nello spazio il 29 settembre 2011 e fu considerato un “potente simbolo politico” di Pechino. Ha orbitato attorno alla Terra con una velocità di 7,5 km/s, ma, nel marzo 2016, è sfuggito al controllo dell’Agenzia spaziale e da quel momento in poi la stazione è stata continuamente monitorata per avere un’idea più precisa del luogo in cui si schianterà.
Come proteggersi
La stazione ora sta accelerando la sua corsa verso strati più densi dell’atmosfera e alcune sue parti (dal peso di oltre 100 chilogrammi) potrebbero superare indenni la Terra.
La Protezione civile avverte che “la finestra temporale e le traiettorie di impatto al suolo potranno essere definite con maggiore precisione nelle 36 ore precedenti il rientro” e aggiunge: “È poco probabile che i frammenti causino i crolli di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti”. Qui di seguito alcune indicazione sui comportamenti di autoprotezione emanati dalla Protezione civile:
- è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;
- i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
- all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;
- è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto;
- alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all’impatto e contenere idrazina. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, senza toccarlo e mantenendosi a un distanza di almeno 20 metri, dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti.
Dove cadrà la stazione spaziale
Ma non sarà l’Italia l’unica interessata allo schianto dei frammenti della stazione spaziale. Essi, infatti, cadranno nella zona all’interno della fascia -44°N e +44°N di latitudine. Si tratta di un’area vastissima che comprende gli Stati Uniti, il Brasile, l’India, la Cina e l’Europa (comprese Italia, Spagna, Portogallo, Francia e Grecia). Quest’area, comunque, è anche caratterizzata dalla presenza di oceani e deserti, dove si spera che vada a finire la maggior parte dei frammenti.
La Aerospace Corporation avverte inoltre che la stazione spaziale potrebbe trasportare un combustibile altamente tossico e corrosivo chiamato idrazina, pertanto la Protezione civile consiglia che “chiunque avvistasse un frammento, senza toccarlo e mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti”.