Ergastolo per Gilberto Cavallini. Questa è la richiesta avanzata dal pubblico ministero Enrico Cieri in conclusione della sua parte di requisitoria nel processo in corso al Tribunale di Bologna, in riferimento alla strage avvenuta alla stazione il 2 agosto del 1980. Nell’attentato morirono 85 persone.
“Un delitto come questo, nonostante il tempo passato non può meritare altra pena possibile se non quella massima dell’ergastolo“, ha ribadito il pm, da tempo procuratore capo ad Alessandria, il quale continua la battaglia per rendere giustizia alle vittime della strage.
L’impianto accusatorio
Il pm Cieri ha menzionato i “quattro chiodi” che comprendono gli indizi su cui si basò la condanna all’ergastolo dei Nar a Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini per la strage e, rivolgendosi alla Corte d’Assise, ha aggiunto: “Devono portarvi alla conclusione assolutamente obbligata della condivisione piena del progetto stragistico anche da parte di Cavallini, che in quei giorni ospitò il resto della banda nella casa sua e di Flavia Sbrojavacca a Villorba di Treviso”.
Il magistrato ha ribadito:
Non è credibile che i quattro la mattina del 2 Agosto si siano divisi, che solo in tre siano andati a Bologna con quindici chili di tritolo, non si capisce come visto che erano tutti insieme sulla macchina di Flavia Sbrojavacca, che invece Cavallini sia andato a Venezia da solo per far filettare un’arma”.
Cieri ha affermato anche che “se doveste ritenere che Cavallini ha semplicemente offerto a Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini solo un passaggio fino a Bologna mentre lui si dedicava ad altro, quantomeno dovreste ritenere il contributo di aver offerto una base logistica e documenti contraffatti una condotta di partecipazione colpevole alla strage, che lo deve far ritenere responsabile”.
Il Nar
Nar è l’acronimo di Nuclei Armati rivoluzionari, ossia un’organizzazione terroristica di matrice neofascista nata a Roma nel 1977 e attiva fino al 1981. Nei quattro anni di attività, i Nar furono ritenuti i responsabili di 33 omicidi oltre che della strage di Bologna, per la quale furono condannati come esecutori materiali e con sentenza definitiva Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini.