Abbiamo incontrato per voi Alessandra Bodda, proprietaria dell’azienda vinicola “Tenuta La Pergola”, cantina ultracentenaria e pluripremiata fondata nel lontano 1903 e situata a Cisterna d’Asti. Si tratta di una delle prime donne imprenditrici a capo di quella che può essere considerata una delle più longeve attività specializzate nella produzione artigianale del vino del Piemonte e di tutto il Nord Italia.
La tenuta la Pergola è una delle più antiche aziende vinicole d’Italia, ci racconti un po’ la sua storia…
“Tutto è iniziato dal mio bisnonno che produceva vino con mio nonno. Da quella che era una piccola azienda, mio papà l’ha poi ampliata negli anni ’70, fino ad arrivare ad oggi a 40 ettari di vigneto. La nostra produzione è su vini medio alti, facciamo sia rossi che bianchi, spumanti, passiti, distilliamo grappe e produciamo anche un succo d’uva. La nostra tenuta è anche un agriturismo, dove accogliamo i nostri ospiti con una serie di degustazioni alle quali abbiniamo il cibo al vino, con una cucina tradizionale piemontese e casalinga che ben si sposa con i nostri prodotti”.
Lei è una delle poche quote rosa del vino in Italia: difficile guidare aziende solitamente in mano a figure maschili? Rispetto al passato, oggi, l’imprenditoria femminile è più agevolata?
“Sicuramente si, soprattutto all’inizio, adesso un po’ meno. Ci si stanno abituando all’idea. In realtà, nel mio settore non saprei. Mi confronto sempre e solo con uomini, magari in altri ambiti è diverso, ma nell’imprenditoria vinicola non noto alcuna differenza da sedici anni a questa parte, ovvero da quando ho preso le redini di questa azienda. C’è ancora abbastanza diffidenza”.
La sua più che una startup è una delle storiche imprese del nostro Paese, secondo lei, nel mercato di oggi, è più faticoso emergere o resistere nel tempo?
“Nella nostra realtà è più difficile sicuramente resistere, per emergere bastano un po’ di soldi e un anno di lavoro promozionale, il difficile è mantenere nel tempo la clientela più che acquisirla. C’è tanta concorrenza in questo settore, ci vuole molto tempo per farsi conoscere e per valorizzare il proprio prodotto”.
Da lei è stato recentemente ospite Diego Bongiovanni, chef de “La prova del cuoco”, com’è stato questo incontro?
“Molto bello perché è, come me, una persona molto attaccata al territorio, che tende a valorizzare i prodotti della nostra terra. Abbiamo chiacchierato parecchio, anche con i miei figli, e ci ha spronato a continuare ad investire sulla nostra azienda con entusiasmo, senza contare o badare troppo alle ore di lavoro, ma con la passione e l’impegno che da sempre ci contraddistinguono”.
Quali sono le regioni italiane ed i Paesi esteri dove esportate maggiormente i vostri prodotti?
“In Italia siamo molto attivi nel Nord-Ovest, ma presenti in tutte le altre regioni mediante la vendita on-line. All’estero esportiamo tanto in America, in Danimarca, in Svizzera, in Germania e in Cina”.
Sappiamo che produce creme di bellezza derivate da prodotti vinicoli..
“Utilizzando scarti della nostra vinaccia, dunque lo scarto dell’uva, abbiamo ultimato una crema anti-age che abbiamo chiamato Croattiva, che prende il nome dagli estratti di Croatina di cui è composta. Un prodotto molto longevo ricco di polifenoli, antiossidanti naturali utili per ringiovanire la pelle”.
Da tempo è sostenitrice del baratto tra imprese, ci spiega come funziona esattamente?
“E’ molto semplice: io ho un prodotto, lo inserisco in questa piattaforma per attingere ad altri prodotti che servono per la mia azienda. Una sorta di dare-avere, un conto corrente aperto che si sviluppa sullo scambio della merce. Questo ti agevola a livello economico, perché non hai bisogno di somme di denaro da chiedere in prestito alle banche, ma ti permette anche di conoscere altri imprenditori e collaborare con altre aziende”.
In questa attuale crisi economica, si avvertono difficoltà in termini di produzione e distribuzione del prodotto?
“Come in tutti i settori, anche nel nostro si avverte la crisi. Dobbiamo costantemente aprirci a nuovi mercati allargandoci alla ricerca di nuovi clienti. I clienti cambiano e c’è tanta concorrenza e, dunque, bisogna cercare di resistere. Nel nostro agriturismo accogliamo la clientela e facciamo conoscere i nostri prodotti, dai vigneti alla cantina, è solo in questo modo che trasmettiamo il valore di quello che facciamo e produciamo”.
Qual è, secondo lei, il segreto delle longevità della vostra azienda che il prossimo anno festeggerà ben 115 anni di attività?
“Sicuramente il calore della famiglia, l’attaccamento al nostro territorio e la passione che mettiamo sono il vero valore aggiunto. Ho tre figli, che rappresentano in pieno quella che è la nuova generazione, che stanno iniziando ad entrare nel vivo dell’azienda. Ci sarà, dunque, un passaggio di consegne e questo mi gratifica, perché continuiamo ad essere una realtà a conduzione familiare”.