Virginia Raggi non si ricandida a sindaco di Roma: lo impone il M5S

A margine di una conferenza stampa in Campidoglio Virginia Raggi ha dichiarato che non si ricandiderà a sindaca di Roma. Dietro a questa scelta non ci sono vicende giudiziarie e nemmeno l’imbarazzante vicenda del moribondo Spelacchio, ma semplicemente una regola ben chiara del Movimento 5 Stelle che impedisce di ricandidarsi dopo la conclusione di due mandati (la sindaca era infatti già stata consigliera d’opposizione).

Il caso è stato sollevato in seguito alla volontà di ricandidarsi di Fabio Fucci, sindaco 5 Stelle di Pomezia nonché vicesindaco di Roma Capitale. Fucci è entrato in rotta col Movimento proprio perché vorrebbe tornare a ricoprire il ruolo di primo cittadino di Pomezia.

La Raggi tuona dicendo che “la regola è chiara e ce la siamo data” e a chi le chiede se ritirerà le deleghe a Fucci risponde che “di questo ne parleremo in maggioranza, c’è una maggioranza che deve essere coinvolta”.

virginia-raggi-non-si-ricandida

Qualche giornalista però fa notare alla sindaca grillina che per portare a compimento i progetti di un primo cittadino della capitale occorrono almeno due mandati, considerati il minimo sindacale (non a caso) per realizzare almeno qualcosa di ciò che si era annunciato in campagna elettorale. Ma la Raggi, perentoria, ribadisce la regola dei due mandati e conclude con un pizzico di ironia: “Intanto direi che arrivare viva alla fine di questo mandato sarà un grandissimo successo”.

La regola dei due mandati però sembra non essere proprio un mantra per tutti dato che diversi esponenti pentastellati ne lamentano l’applicazione e ne auspicano la rimozione, o almeno l’aggiunta di un anno. A pensarla così è Paolo Ferrara, capogruppo grillino in Campidoglio, che ammette: “Allora io ho fatto tre anni come consigliere municipale a Ostia, quasi due anni qui… certo un terzo mandato…”.

Anche altri illustri esponenti del Movimento che siedono in Aula Giulio Cesare sono dello stesso avviso, come Enrico Stefàno, giunto al secondo mandato, che invoca all’aggiunta del terzo anno: “Speriamo che ce lo permettano” dichiarò a inizio novembre.