Oggi è l’ultimo giorno per visitare la mostra “Duchamp, Magritte, Dalì. I rivoluzionari del ‘900”, curata da Adina Kamien-Kazhdan e allestita da Oscar Tusquets Blanca, che dal 16 ottobre 2017 ha occupato le sontuose sale del Palazzo Albergati a Bologna.
Se già di per sé il palazzo cinque-seicentesco è incantevole, grazie alle circa duecento opere provenienti dall’Israel Museum di Gerusalemme raggiunge il suo massimo splendore.
I capolavori presentati raccontano l’onirico universo dadaista e surrealista, attraverso il quale è possibile rivivere un importante mutamento storico fatto ad arte: Duchamp, Man Ray, Dalì, Magritte, ma anche Mirò, Picasso e de Chirico sono solo alcuni dei nomi che accompagnano le cinque sezioni tematiche che tessono i fili dell’esibizione – “Accostamenti Sorprendenti”, “Automatismo e Subconscio”, “Biomorfismo e Metamorfismo”, “Il Desiderio, La Musa, La Violenza”, “Il Paesaggio Onirico” –.
Duchamp, Magritte e Dalì, una prospettiva diversa
Grazie al genio creativo degli artisti è infatti possibile immergersi in un viaggio che dall’insensatezza e dalla messa alla berlina, si fa simbolo di una nuova e attenta lettura del subconscio, spesso rivista in chiave antropomorfa o reificata, che sfocia in un sempre più compiuto astrattismo.
Oltre allo sconquasso ideologico e politico novecentesco, viene fatto un rivoluzionario uso delle tecniche artistiche, le quali, attraverso provocatori e a volte sfrontati accostamenti, originali e azzardate rappresentazioni, hanno portato a innovazioni come il ready made e il fotomontaggio.
Le opere in mostra
La mostra, con il patrocinio del Comune di Bologna e dell’Ambasciata di Israele, prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con l’Israel Museum di Gerusalemme, consta inoltre di opere prestigiose come Le Chateau de Pyrenees di Magritte, Surrealist Essay di Dalì, L.H.O.O.Q. di Duchamp e Femme et Oiseaux di Mirò.
Tra gli artisti sono stati riscoperti anche alcuni personaggi femminili inizialmente dimenticati, come ad esempio Dorothea Tanning, capaci almeno in parte di ribaltare la propensione maschilista che ha caratterizzato la prima metà del secolo, di cui alcune riproduzioni ne palesano i lati più perversi.
Altrettanto interessanti sono le collaborazioni e i contatti, avvenuti specialmente in contesto parigino, tra gli stessi esponenti delle correnti artistiche e letterarie.