Negli ultimi giorni, come spesso accade, la rete si è divisa in due “tifoserie” opposte: i sostenitori di Mattarella, i quali sostengono che il Presidente della Repubblica ha fatto bene ed era legittimato a impedire che Paolo Savona diventasse Ministro dell’Economia, e gli oppositori, che con toni anche poco discutibili hanno gridato all’attacco alla volontà popolare.
Entrambe le parti brandiscono articoli della Costituzione per confermare le proprie ragioni o smentire quelle altrui, dimentichi però che la Costituzione non si presta solo alla sua dimensione letteraria ma, come ogni materia giuridica, è questione anche di interpretazioni dettate dal contesto, dalle sentenze e dalla consuetudine.
Non si tratta di un dettaglio, dal momento che si sta parlando di questioni che sono le fondamenta della nostra democrazia parlamentare, nello specifico: equilibrio dei poteri e funzioni del PdR.
Giuristi Democratici: interpretare la Costituzione
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, è bene avvalersi del parere di chi la materia la studia e la insegna. L’associazione “Giuristi Democratici“ ha infatti steso un recente comunicato che parla di “grave sconfitta della democrazia”. La spiegazione posta è la seguente:
E’ ben vero che l’art. 92 della Costituzione assegna al Presidente della Repubblica potere di nomina dei Ministri. Tuttavia spetta al Presidente del Consiglio incaricato, la proposta dei nomi. In tali casi la responsabilità politica dell’atto ricade sul Presidente del Consiglio incaricato, ed il controllo che su tale atto può essere esercitato dal Presidente della Repubblica non può mai assumere i contorni di una verifica sulle opinioni espresse dal ministro proposto.
Il problema, dunque, non sta nell’atto di contestazione del Ministro, cosa che il Presidente è legittimato a fare, ma nella motivazione di tale contestazione. Il ruolo del Presidente della Repubblica è stato pensato dai nostri Padri Costituenti come un ruolo neutrale, di arbitro che deve garantire l’equilibrio dei poteri e il rispetto della Carta.
È sua facoltà, dunque, rifiutarsi di nominare Ministri che possano avere, ad esempio, conflitti d’interessi, o che in generale non possano svolgere l’incarico “con disciplina e onore” come previsto dall’art. 54. Tuttavia, il suo parere espresso rappresenta lo Stato Italiano, non un’opinione politica, perchè questo minerebbe l’imparzialità del suo incarico.
Nuovo Governo: il veto su Savona è legittimo?
Da questo punto di vista, diventa quindi inspiegabile e illegittimo il veto posto su Savona, tralasciando la polemica se l’impuntarsi sulla singola nomina sia o no strumentale alle parti politiche. Mattarella ha motivato parlando di “messaggio di fiducia o di allarme per gli operatori economici e finanziari”, attribuendo quindi una sorta di legittimazione all’inferenza da parte di tali soggetti, cosa assolutamente non prevista dalla Costituzione.
Oltre ai Giuristi Democratici, condividono l’opinione altri esperti e intellettuali quali Paolo Flores d’Arcais, Paul Krugman, Paolo Maddalena, Valerio Onida, Massimo Villone e Guido Salerno Aletta.