Google potrebbe tornare in Cina ma in versione censurata: questa è l’ipotesi che ha fatto infuriare i dipendenti del colosso americano che ora chiedono chiarimenti alla dirigenza. Il motore di ricerca, infatti, offrirebbe risultati consoni alla volontà politica del regime di Xi Jinping operando così una forma di censura.
La lettera dei dipendenti è stata ripresa dal New York Times e potrebbe mettere i bastoni tra le ruote al grande ritorno di Google nel paese più popoloso al mondo. Attualmente Google opera in Cina, mantiene alcuni servizi senza però essere un motore di ricerca di riferimento – come ormai è diventato nel mondo occidentale.
Google censurato: le richieste dei dipendenti
Chi lavora a Mountain View vuole essere certo che Google – al pari di altri paesi – sia supervisionata da soggetti indipendenti dal potere politico e si doti di un codice etico da rispettare. Il ceo Pichai smentisce, però: “non siamo vicini al lancio di un prodotto search per il mercato cinese” ma al contempo ammette che prima di arrivare ad offire questo servizio bisognerà ancora lavorare molto. Insomma, il progetto è in programma ma non a breve termine.
I 1400 dipendenti firmatari, però, vogliono vederci chiaro. Se il gigante americano decidesse di sbarcare in Cina potrebbero anche farlo le controllate Facebook e Instagram, dove si muove la maggior parte del traffico social in Europa e nel continente americano.
Come accedere a Google dalla Cina
Secondo WikiHow un modo per visualizzare risultati internazionali esiste. Il principale motore di ricerca, Baidu, non è attualmente censurato ma non fornisce risultati internazionali. Se, ad esempio, un turista o uno straniero fosse interessato ad accedervi potrebbe usare un VPN, informandosi prima sulla correttezza dell’operazione secondo le leggi cinesi.