Fabrizio Corona è uno degli uomini di spettacolo più chiaccherati in Italia: a causa del suo comportamento fuori dalle righe e dei suoi guai giudiziari è stato spesso preso a modello di un certo tipo di star system. Corona, infatti, è abituato a scandalizzare con le sue dichiarazioni che l’hanno sempre dipinto come uomo forte e che non ha bisogno di chiedere nulla.
In una recente intervista, però, ha parlato del suo periodo di carcerazione a San Vittore. Ora è libero, ma i dettagli raccontati alla rivista Chi sono degni di essere riportati. Corona ha affrontato il tema del desiderio sessuale in carcere che – per un motivo o per un altro – finisce per assopirsi. Secondo l’ex paparazzo il motivo di questo sarebbe da ricercarsi negli psicofarmaci che ha assunto, ma ora – pare – la sua routine sessuale è tornata esattamente come prima.
L’intervista di Corona sulla vita sessuale in carcere
Ha raccontato Corona:
Per i primi tre mesi in carcere – dice alla rivista – l’istinto sessuale, che poi risveglia un po’ tutto, svanisce a causa dei farmaci che ti somministrano per rincoglionirti e farti passare le giornate. Poi a un certo punto ti devi svegliare.
Tuttavia il “risveglio” non è dei più semplici:
Hai due possibilità: o diventi un animale e approfitti di un detenuto gay, o pensi alla tua compagna e provi a capire se là sotto funziona tutto (…) Masturbarsi in carcere significa prima di tutto pianificare un sistema per farlo. Ma prima devi sentire pronto a ‘sentire’ nuovamente sensazioni spente. L’uomo perde la sua dignità, i farmaci smorzano tutto. Io ho reagito
Due le strade, quindi, un qualche tipo di relazione omosessuale, che Corona pare non aver provato oppure l’autoerotismo. Anche in questo caso l’ex detenuto non manca di compiacersi delle sue avvenenti compagne avute in passato, nell’intervista a Chi ha anche dichiarato:
Ma con tutte le donne stupende con cui sono stato, avrei potuto regalarmi piacere per i prossimi vent’anni
I segni, però, paiono essere rimasti. Corona ora dice di durare ben due ore ma con l’aiuto della cosiddetta “pillola magica”.