Sono poche le novità sui temi di amnistia e indulto, ma in questi giorni si sta parlando molto di una legge per l’introduzione del reato di tortura. Una delle principali sostenitrici per l’introduzione del reato di tortura è Ilaria Cucchi, sorella del ragazzo morto dopo un violento pestaggio da parte di alcuni agenti penitenziari.
SETTE AGENTI DEL CARCERE DI IVREA SOTTO INCHIESTA
I casi di abuso e di violenza sui detenuti, purtroppo, continuano a ripetersi ancora molto spesso. Un’inchiesta è stata aperta, ad esempio, per far luce su alcuni casi di violenza a danno di alcuni detenuti del carcere di Ivrea. I fatti, accaduti nel 2015, parlano di azioni violente e lesioni provocate a danno di alcuni detenuti, da parte di agenti della polizia penitenziaria. I fatti furono denunciati all’epoca dal Garante per il carcere di Ivrea, Armando Michelizza, che al tempo dichiarò: “Le segnalazioni relative ai maltrattamenti sono purtroppo frequenti- poi riferendosi ad una lettera scritta da un detenuto -Il carcerato ha parlato di una protesta stroncata con un pestaggio ai limiti della sopportazione. Le guardie hanno usato violenza indiscriminata”.
IL REATO DI TORTURA: LE DICHIARAZIONI DI ILARIA CUCCHI
Maggiore sostenitrice dell’introduzione del reato di tortura, come anticipavamo, è Ilaria Cucchi, la quale continua a lottare ogni giorno contro l’ingiustiza che ha portato il suo giovane fratello a perdere la vita dopo un violento pestaggio in carcere. Queste le sue dichiarazioni in occasione della Marcia di Pasqua dei Radicali, dello scorso 16 aprile:
“Ci sono dei temi che vengono sempre posti all’ultimo gradino in una società come la nostra. Noi riteniamo che certi temi dal momento in cui riguardano il rispetto, i diritti fondamentali dell’essere umano non possiamo più aspettare. Noi chiediamo a gran voce l’introduzione del reato di tortura in Italia, una legge che non può aspettare, una legge efficace”.