Negli ultimi giorni si è parlato molto del carcere di Bollate a Milano, prima per via della visita fatta da Laura Boldrini, poi per la risposta data da Rita Bernardini alla Boldrini stessa. Oggi una nuova notizia ci conferma l’unicità di Bollate come carcere dignitosa e al passo coi tempi.
Un carcere da prendere come esempio, questo è il succo della vivista fatta da Laura Boldrini il 14 febbraio scorso a Bollate. E ancora una volta, con il passaggio alla semplice lettera su carta, con tempi di invio e di attesa lunghissimi, all’istantaneità della posta elettronica, Bollate si conferma uno dei penitenziari migliori d’Italia. Da oggi infatti i detenuti di Bollate, grazie all’iniziativa “Zeromail” gestita dalla cooperativa sociale Zerografica, hanno la possibilità di connettersi ad internet per inviare della posta elettronica. Nei primi giorni del servizio sono stati già inviati più di 500 messaggi, dagli auguri di San Valentino alle lettere per l’avvocato.
L’organizzazione del servizio è molto semplice: i detenuti scrivono i loro messaggi su di un foglio, questi vengono scansionati ed inviati entro la giornata. All’arrivo della risposta i meccanismo si ripete al contratio: i messaggi in arrivo vegono stampati, chiusi in una busta e consegnati ai destinatari. “Chi vuole può mandare anche disegni o foto -spiega uno degli incaricati –Possono scrivere in qualsiasi lingua. Per gli stranieri è veramente la soluzione di un problema che sembrava insormontabile: se per un italiano i tempi per far arrivare una lettera è in media di dieci giorni, per loro potevano passare anche mesi”.
Ancora una volta, in questo modo, stride la differenza tra un cercare che funziona e i numerosi casi di penitenziari che sono al limite della legalità, dove la vita della popolazione carceraria è pessima. Questa è la lotta che in prima linea sta combattendo Rita Berardini che, fedele al pensiero radicale, è in sciopero della fame da più di dieci giorni per amnistia e indulto.