Blue Whale o Blue Whale Challenge è un gioco che si è diffuso tramite i social network a partire dal 2016 e che pare si sia diffuso in diversi anche se questa notizia non è affatto confermata. Il gioco nasce in Russia e si basa su una serie di compiti assegnati al giocatore da parte dei presunti amministratori ed ha una durata di 50 giorni, alla fine dei quali, al giocatore sarebbe chiesto come sfida finale quella di suicidarsi.
Il primo articolo giornalistico che si occupò del caso apparve sulla testata Novaya Gazeta, il quale collegava appunto una serie di suicidi di giovani ragazzi appartenenti al gruppo F57 sul social network VKontakte, una specie di Facebook russo. Inizialmente in Russia scoppiò subito il panico totale ma subito l’articolo venne messo in dubbio dagli analisti in quanto non si trovò un solo riscontro o collegamento tra questi suicidi e il misterioso bluewhale.
Che cos’è il Blue Whale?
Il gioco consisteva nell’assegnare un compito al giorno alla giocatore, partendo da cose innocue come alzarsi alle 4 del mattino, guardare solo film dell’orrore fino all’autolesionismo. Ma cosa dicono gli esperti? Originariamente si parla di bufala totale o di al massimo di alcuni suicidi commessi da giovani che avevano preventivamente intrapreso questa tragica strada.
Eppure, tutte le organizzazioni mondiali si mettono subito in opera per informare, educare, genitori e ragazzi a questa pratica. Persino in italia, se controllate c’è una pagina apposta della polizia postale fatta apposta per effettuare segnalazioni riguardo questo caso.
Sembra ci siano due verità parallele, quella degli scettici che continuano a mostrare l’evidenza di mancanza di alcuna prova o collegamento tra lucidi reali e sucidi collegati al gioco, mentre quella di governi, istituzioni, programmi televisivi come le Iene in Italia che continuano a gonfiare la notizia come vera.
I fatti del fenomeno Blue Whale
Ma tornando ai fatti accertati, siamo nel 2016 quando la polizia russa arresta Philipp Budekin, ex studente di psicologia espulso dalla facoltà che si dichiara l’inventore del Blue Whale. Inizialmente dice di averlo fatto come scherzo, poi alza il tiro e afferma che il motivo era quello di ripulire la società attraverso il suicidio dalle persone inutili ed immeritevoli di vivere.
Fu arrestato e detenuto a San Pietroburgo con l’accusa di aver incitato al suicidio 16 minori ma alla fine fu condannato solo per uno di questi. Tra l’altro anche per questo unico capo di accusa le prove sembrano venire sempre dagli stessi 2 tabloid i quali non forniscono ancora nessuna prova concreta. E in Italia? La parola Blue Whale è apparsa per la prima volta il 3 Giugno 2016 sulla Stampa che descriveva il gioco come una “brutta barzelletta”
Lo scetticismo sul fenomeno in Italia
Poi il sito Butac che riportava la mancanza assoluta di prove relative a questa pratica e infine, il maggior scalpore viene dal programma TV Le Iene, che collegarono il Blue Whale challenge ad un presunto caso di suicidio avvenuto a Livorno, ma dopo aver mandato in onda la trasmissione in maniera forse superficiale capirono ancora una volta che prove e collegamenti reali non c’erano e dovettero scusarsi pubblicamente.
La Polizia ha dichiarato di aver ricevuto in tutto 70 segnalazioni proveniente da tutta italia, ma ancora pare che la maggior parte di esse se non tutta la massa di segnalazioni fosse esagerata o completamente falsa.
Di fronte a casi come questo è sempre molto difficile separare mitomani, emulatori e impostori che rimbalzano tra Reddit, Tumblr, Social Network, forum, catene su Whatsapp. Un modo per comprendere l’assurdità di questa storia è riflettere sulla figura di Rina Palenkova.
L’ARTICOLO CONTINUA ALLA PAGINA SEGUENTE