Le ipotesi di avvelenamento di Imane Fadil, la testimone del processo Ruby contro Silvio Berlusconi, si fanno sempre più insistenti. Dall’autopsia sono risultati livelli molto alti ed inconsueti di metalli pesanti. A dirlo è il procuratore di Milano che in conferenza stampa ha affermato:
Dagli esami sui liquidi biologici effettuati sono stati trovati livelli superiori rispetto alla norma di cadmio e antimonio”. Tuttavia è stato anche detto: “attendiamo l’esito degli esami autoptici” perche “non è esclusa anche la causa naturale anche se tutti gli accertamenti svolti all’Humanitas non hanno riscontrato patologie”. “Gli esami – ha spiegato il procuratore – sono stati fatti in parte sul sangue che è stato lavato due volte nel corso della degenza e sulle urine”.
A quanto pare, quindi, sull’avvelenamento di Imane Fadil ci sarebbero state false notizie rimbalzate poco dopo la sua morte. Le indagini comunque proseguono ed è stata disposta una particolare autopsia da effettuarsi alla presenza di corpi specializzati di vigili del fuoco a causa delle radiazioni a cui è stata esposta la ragazza. Il ritardo nella comunicazione del presunto avvelenamento alle autorità sarebbe arrivato solo dopo la sua morte, dice il procuratore, nonostante la ragazza avesse denunciato da subito di “essere stata avvelenata”. Il mistero, quindi, si infittisce per ora.