Oggi 24 Giugno la famosa Festa dei Gigli di Nola entra nel vivo con la Ballata dei Gigli a partire dalle ore 10 di questa mattina. La destinazione sarà piazza Duomo, dove alle ore 13 è attesa la benedizione di rito del vescovo in una piccola processione.
La festa dei Gigli di Nola ricalca una tradizione secolare ma anche sempre in grado di meravigliare e generare stupore. Durante la processione per le strade cittadine i gigli, ovvero nove torri alte circa 25 metri e di peso non trascurabile vengono mosse da volontari alla base detti “cullatori”.
Il tutto, ovviamente, accompagnato da musica locale di tradizione o strettamente più moderna. Lo spettacolo, sempre come da tradizione, va avanti fino all’alba di lunedì mattina, per poi continuare fino al mercoledì con il gran finale. Quest’anno sarà affidato al concerto di Arisa che per l’occasione canterà in piazza a Nola per la Festa dei Gigli.
Serata interessante sarà anche quella di Martedì 26 quando canteranno i due finalisti di Amici di Maria De Filippi: Carmen e Zic.
Festa dei Gigli di Nola: l’origine della tradizione
Scrive Ferdinand Gregorovius, storico e medievalista vissuto nel 1800:
Mi si era parlato a Napoli della festa di San Paolino a Nola e mi si era anche assicurato che meritava di essere veduta. Ero appena entrato a Nola che mi colpì la vista una strana cosa, della quale non avevo ombra d’idea e che mi fece dubitare di trovarmi piuttosto nelle Indie, od al Giappone, che in Italia, nella Campania. Vidi una specie di torre, alta, sottile, tutta ornata di carta rossa, di dorature, di fregi d’argento, portata sulle spalle da uomini. Era divisa in cinque ordini, a piani, a colonne, decorata di frontespizi, di archi, di cornici, di nicchie, di figure e coperta ai due lati di numerose bandiere. Giunta poi ogni torre davanti alla cattedrale, incominciava uno strano spettacolo, imperocché ognuna di quelle moli grandiose si dava a ballare a suon di musica. Precedeva i portatori un uomo con un bastone, il quale batteva il tempo, e le torri seguivano quello. Il colosso oscillava e sembrava ad ogni istante che volesse perdere l’equilibrio e cadere; tutte le figure si muovevano, le bandiere sventolavano; era un colpo d’occhio fantastico.
Una tradizione antichissima fa risalire la festa addirittura al V secolo d.C quando il vescovo Paolino si dono e donò ai suoi averi per impedire la resa in schiavitù dei Nolani durante il sacco dei Visigoti. Al ritorno del Vescovo in Campania i cittadini lo accolsero con dei gigli. Le torri che oggi vediamo, però, sono di matrice ottocentesca.