Dopo il fallimento del mandato esplorativo affidato da Mattarella alla Casellati, oggi, 25 Aprile, è il turno del Presidente della Camera, Roberto Fico, che avrà l’arduo compito di aprire un varco per un’eventuale intesa tra PD e M5S.
Il clima ostile tra Di Maio e Salvini
Dopo settimane di corteggiamento la coppia Di Maio e Salvini è scoppiata, senza riuscire a portare a casa un risultato concreto. La responsabilità del fallimento dell’intesa, secondo Salvini, è da attribuire ai numerosi veti posti dai grillini a Salvini. L’odio reciproco tra Berlusconi e il Movimento 5 stelle ha sicuramente portato alla disfatta la nascente intesa tra Di Maio e Salvini.
Lo stesso Premier leghista, dopo le elezioni regionali vinte da FI in Molise, ha rilasciato una dichiarazione in cui ha mantenuto la sua linea berlusconiana:
Dal Molise parte un segnale nazionale importante: il centrodestra unito ha la capacità di raccogliere il consenso degli italiani per guidare le regioni ed il Paese. Il messaggio degli elettori è stato chiaro, ora dobbiamo impegnarci con tutte le nostre energie per ripetere lo stesso successo in Friuli.
A questo punto sembrerebbe impossibile il ritorno di fiamma, e proprio a questo proposito si è espresso Di Maio, che sembra ormai deciso a chiudere qualsiasi trattativa con il Centro Destra:
E’ chiaro che un governo del centrodestra non è più un’ipotesi percorribile, gli unici che non l’hanno capito sono forse proprio loro. Ma dopo il fallimento del mandato di Casellati quell’ipotesi è tramontata del tutto
Negli ultimi mesi abbiamo fatto tutti i tentativi per formare un Governo, in 50 giorni abbiamo proposto in tutte le forme alla Lega di Salvini di sedersi ad un tavolo per stilare un contratto di Governo che mettesse al centro i problemi degli italiani.Ma la Lega ha deciso di condannarsi all’irrilevanza per il bene del suo alleato, invece che andare al Governo per il bene degli Italiani. Ed è chiaro che l’ipotesi di Governo del centrodestra è fallita, fallimento certificato anche dall’incarico non andato a buon fine della Presidente Casellati. Quindi oggi dico in modo ufficiale che qualsiasi discorso con la Lega si chiude qui.Prendiamo atto del segnale di apertura da parte del segretario del Pd Martina. Voglio chiarire che abbiamo detto al Presidente Roberto Fico che ce lo ha chiesto, che manteniamo la linea che abbiamo dato un mese fa: disponibili a discutere di temi, a redigere un contratto di Governo, ma senza svilire i nostri valori e le nostre più grandi battaglie: costi della politica, ambiente, reddito di cittadinanza, lotta al business dell’immigrazione, pensioni e aiuti alle imprese, lotta alla corruzione. Un contratto di Governo che sottoporremo anche ai nostri iscritti sulla piattaforma Rosseau.Il MoVimento 5 Stelle e il Partito Democratico, il MoVimento 5 Stelle e la Lega, il MoVimento 5 Stelle e qualsiasi altro partito sono e rimangono alternativi. E questo lo dico perchè lo sento profondamente, perchè rispetto i nostri elettori e perchè rispetto gli elettori dei partiti. Nessuna forza politica nella situazione attuale può fare da sola. Comunque la si metta, chiunque ci accompagni in questo percorso firmando il contratto, è chiaro che il MoVimento 5 Stelle al governo è una novità assoluta per il nostro Paese e come stiamo dimostrando porteremo al governo un nuovo metodo, improntato alla trasparenza al rispetto del mandato elettorale, alla meritocrazia e alla moralità su tutto ciò che riguarda la cosa pubblica. Di questo io mi faccio garante.Tra noi e il Pd ci sono profonde differenze e una storia molto difficile alle spalle. Ma se riusciremo a mettere al centro i cittadini e il bene della Nazione, a definire gli obiettivi che tirano fuori dal pantano le famiglie e le imprese, noi ci siamo. Sui temi noi ci siamo. Quindi chiedo al Pd di venire al tavolo per iniziare a capire se ci siano convergenze sui temi, per poi eventualmente passare alla stesura del contratto di Governo.Voglio chiarire una cosa: non esiste per noi alcuna fiducia a Governi tecnici, istituzionali, di scopo, di garanzia, del Presidente o altro. Quindi se fallisce anche questo tentativo, il Paese dovrà affrontare nuove elezioni. Deciderà il Presidente della Repubblica, ma qualora non dovesse riuscire questo ultimo tentativo, per noi si dovrà tornare al voto.Grazie a tutti.
Gepostet von Luigi Di Maio am Dienstag, 24. April 2018
Cosa pensa Di Maio del PD?
Dopo la netta chiusura di Di Maio nei confronti del Centro Destra, il leader dei grillini ha improvvisamente iniziato a fare le moine a Martina, segretario reggente dei Dem. In un Post su Facebook Di Maio ha rilasciato la seguente dichiarazione:
Se riusciremo a mettere al centro i cittadini e il bene della Nazione, a definire gli obiettivi che tirano fuori dal pantano le famiglie e le imprese, noi ci siamo. Sui temi noi ci siamo. Quindi chiedo al Pd di venire al tavolo per iniziare a capire se ci siano convergenze sui temi, per poi eventualmente passare alla stesura del contratto di Governo.
Le parole di Di Maio, dunque, pongono le ultime speranze per la formazione di un Governo nelle mani del PD, ormai sempre più vicino al baratro dopo l’ultima batosta presa in Molise.
Nel caso in cui non si arrivasse a nessuna intesa il leader pentastellato ha dichiarato che non appoggerà nessun governo di scopo: “si deve tornare al voto: non sosterremo nessun altro governo, tecnico, di scopo o del Presidente. Abbiamo 338 parlamentari e con questa forza un partito deve dare un governo del cambiamento del Paese.O si va al governo o si torna al voto“.
Cosa sta accadendo nel PD?
Il PD, che ormai non ha più niente da perdere, dovrà trovare un modo per mettersi d’accordo. Intanto Martina ha rilasciato una dichiarazione importante, in cui riafferma il bisogno di un PD unito, senza gli scontri ideologici che hanno bloccato l’Italia e i Dem fino d oggi:
Purtroppo, però, non sembra che il messaggio di Martina sia stato recepito dai renziani e antirenziani: Calenda, infatti, in un post su twitter ha dichiarato che se il PD creerà un Governo con il M5S uscirà dai Dem; mentre sempre su twitter sta girando l’hashstag #Renzitorna.
La posizione dell’elettorato, come quella interna al partito, oscilla tra due poli opposti: l’unica certezza è che se il PD non troverà un leader interno il partito si spaccherà. L’unica speranza per formare un Governo adesso è affidata al partito più debole, al partito sconfitto a causa di una politica lontana anni luci dalle posizioni di Sinistra.
Domani sapremo se il PD riuscirà a tirare le somme e coordinarsi in prospettiva di una Grande coalizione con Di Maio, che potrebbe causare l’ira di Salvini.