Anche Diego Armando Maradona ha voluto dire addio a Fidel Castro, l’ex presidente cubano morto sabato all’età di 91 anni. Il Pibe de Oro, che mai ha nascosto le sue simpatie politiche – sul suo braccio destro ha tatuato il volto di Che Guevara– e che ha sempre mostrato al mondo il suo bel rapporto con il “Lìder Màximo”, ha affidato il suo saluto ad un lungo post su Facebook.
“È morto il mio amico, il mio confidente, quello che mi chiamava a qualsiasi ora per parlare di politica, di calcio, di baseball – le parole dell’ex leggenda del Napoli -. Per me Fidel è, è stato e sarà eterno, unico, il più grande. Mi fa male il cuore perché il mondo perde il più saggio di tutti”.
Quindi, Maradona elenca tutto ciò che, secondo lui, ha fatto di buono Castro, come a voler rispondere indirettamente a chi ha esultato per la morte del rivoluzionario cubano. “Nessuno ha mai messo fine a una dittatura con venti persone, sfidando l’impero americano – scrive Maradona -. Nessuno ha abbassato la mortalità infantile dal 42 al 4%. Nessuno forma più di 130mila medici, garantendo un medico per ogni 130 persone. Nessuno crea la più grande scuola di medicina del mondo”.
E ancora, sul piano prettamente politica e su quella lotta, infinita, che per decenni ha opposto Castro all’America. “Nessuno sopravvive a più di 600 attentati e a 11 presidenti americani che cercano di rovesciarlo – ricorda El Pibe -. Nessuno sopravvive a 50 anni di blocco e guerra economica”. “Amato da milioni – le ultime parole di Maradona -. Incompreso da altrettanti. Ma quello che nessuno può fare è ignorarlo”.
Lo stesso Maradona, poi, in un’intervista alla tv Telam di Zagabria ha raccontato – visibilmente commosso – come ha appreso la notizia della morte di Fidel Castro. “Mi hanno detto che era morto il più grande. Mi hanno chiamato da Buenos Aires ed è stato scioccante. Sono scoppiato in un pianto terribile. Era come un secondo padre”.
“Ho vissuto più di 4 anni a Cuba e Fidel mi chiamava alle due della mattina per parlare di sport, politica, e di quello che succedeva nel mondo. E questo è il ricordo più bello che mi rimane – ha detto Diego -. Abbiamo sempre parlato della droga e lui mi diceva che sì se ne poteva uscire. E io ne sono uscito. Mi ha sempre aiutato tantissimo”.