Ghemon ricorda Avellino degli anni 90 in un’intervista

In un’intervista all’Ansa, Ghemon ha raccontato l’Avellino degli anni Novanta e il suo avvicinamento al genere hip hop

Ghemon è uno degli artisti più originali e unici consacratisi in una realtà importante come quella del Festival di Sanremo, in cui è arrivato 12 esimo con la canzone Rose Viola. All’anagrafe Giovanni Luca Picariello, classe ’82 di Avellino, Ghemon può considerarsi un rapper purosangue dal vissuto particolare, che lo ha visto disegnare graffiti sui muri intorno allo stadio a 15 anni per poi intraprendere un percorso, quello musicale, maturato con umiltà e qualità.

Ma si scopre un altro lato del rapper: quello enogastronomico. Nel corso di una lunga intervista rilasciata all’Ansa, Ghemon ha rivendicato con orgoglio le sue origini parlando dei luoghi che hanno segnato la sua infanzia, delle prelibatezze irpine e consigliando i locali più adatti per vivere esperienze surreali con le degustazioni.

L’intervista di Ghemon

Tra degustazioni di vino e cibi tipici, Ghemon ha raccontato all’ANSA il rapporto viscerale che lo lega alla sua Avellino, in cui spera di tornare con un live in quello stadio che ha segnato la sua infanzia.

Il rapper avellinese ha parlato del suo avvicinamento all’hip hop nella Avellino degli anni Novanta:

Eravamo nel 1995, per noi internet non c’era: c’era la radio, qualche giornale musicale come ‘Aelle’ o il negozio di dischi ‘Ananas & Bananas’, dove andavo sperando che il commesso mi avrebbe fatto ascoltare qualche nuova uscita. Lo stesso facevano quei pochissimi amici con la mia passione con cui poi condividevamo queste notizie. Era tutto molto creativo”.

Alla domanda su quale fosse la sua zona preferita, Ghemon ha risposto:

“La zona dello stadio, piena di grandi muri inutilizzati. Fummo così insistenti da costringere un assessore a concederci delle autorizzazioni scritte per poter dipingere in tranquillità”.

Lo Stadio ‘Partenio’ e il Palazzetto Dello Sport ‘Del Mauro’, ammette con sincera nostalgia, sono i posti in cui ha passato molto tempo. Passando alla questione enogastronomica, Ghemon ha parlato delle eccellenze irpine, consigliando peraltro i posti in cui poter fare una degustazione all’altezza delle prelibatezze avellinesi. Dai ‘Feudi di San Gregorio‘ alla ‘Torteria‘, dal ‘Bar Cappuccini‘ a locali interessanti come ‘La Scintilla‘ (Serino) e ‘Il Gufo‘ (centro storico).

Da ottimo intenditore di vino, Ghemon paragona la sua musica a un tesoro inestimabile: “Greco di Tufo, senza se e senza ma, un must assoluto, un vino tosto e “versatile”, che si può bere con tutto. Ecco:io vorrei essere versatile come il ‘Greco’”.

 

 

Scritto da Veronica Mandalà

Palermitana d'origine, amo scrivere di tutto e osservare la realtà a 360 gradi.