Giorno della Memoria 2019: cos’è, storia della liberazione di Auschwitz

Ricordare è molto importante, questo è lo scopo della Giornata della Memoria che affonda le sue radici storiche nella tragedia del popolo ebraico.

Il 27 Gennaio si celebra la Giornata della Memoria. Istituito per ricordare simbolicamente le morti e gli orrori avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale, ricorda la data della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, dove le condizioni di vita erano durissime. Sono quindi molti gli eventi organizzati in Italia ogni anno e la programmazione TV dedicata alla Giornata della Memoria, per permettere a tutti di accedere alla memoria storica.

L’orrore del nazismo si può leggere sui libri di storia, osservare in una ricostruzione cinematografica, ma spiegare e raccontare l’Olocausto è un qualcosa di impossibile. Le testimonianze dei sopravvissuti sono tutto ciò che rimane oggi di questo genocidio, una delle tragedie che hanno segnato profondamente il corso della storia, perché voluta dalla mano dell’uomo. E’ questo che, a distanza di settantadue anni dalla scoperta dei lager, ci deve far riflettere. Ricordare la Shoah e l’insensata follia di chi intendeva sterminare un intero popolo, è tutto ciò che possiamo e dobbiamo tramandare, per far si che un tale scempio non si ripeta. E’ necessaria, dunque, una mobilitazione unanime e collettiva nel denunciare quanto accaduto.

Liberazione del Campo di Auschwitz: ecco la storia

Il Giorno della Memoria non può e non deve essere una semplice giornata commemorativa, ma un monito alla popolazione mondiale, un esempio da non seguire, un riconoscimento di ciò che innegabilmente c’è stato, ma un atto di condanna che ci deve insegnare come non ripetere più gli stessi errori. Il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, un luogo simbolo ma simile ad altri tantissimi siti di sterminio situati in tutta l’Europa centrale.

Che significa il termine Olocausto?

Con il termine olocausto si intende l’odio e l’accanimento della Germania nazista nei confronti del popolo ebraico, che ha causato lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e la conseguente perdita di circa quindici milioni di vite umane. Una catastrofe voluta dall’insana dottrina del Terzo Reich Adolf Hitler, che cominciò la sua propaganda di sterminio un decennio prima, nel 1933. L’Olocausto è una parola che può essere sostituita con Shoah, termine ebraico che identifica questo cataclisma storico.

L’odio antisemita, partito inizialmente come una semplice emarginazione, nel giro di un decennio è sfuggito di mano, fino a diventare una vera e propria follia di sterminio, in nome della difesa della razza ariana. Mai nella storia c’è stato un precedente più atroce, così lucidamente studiato a tavolino nei minimi particolari, creando dei veri e propri ghetti in cui spremere ed annientare l’esistenza umana. La parola “superiorità” non deve esistere, già se pronunciata in riferimento ad un altro essere umano corrisponde ad un atto di violenza. Bisogna ricordarlo sempre, ogni giorno, perché è nel quotidiano che commemoriamo e celebriamo nella maniera più profonda e tangibile la Giornata della Memoria.