Meluzzi: “Bossetti condannato al di là di ogni ragionevole esistenza di prove”

Dopo la conferma dell’ergastolo per Massimo Bossetti, l’opinione pubblica si è letteralmente spaccata tra innocentisti e colpevolisti. L’uomo, in carcere da oltre tre anni, è accusato di aver ucciso la tredicenne Yara Gambirasio il 26 novembre del 2010, ma continua a professarsi innocente.

I giudici della Corte d’Assise d’appello di Brescia hanno confermato la sentenza di primo grado, dopo ben quindici ore di camera di consiglio. Abbiamo raggiunto telefonicamente il noto psichiatra Alessandro Meluzzi, perito di parte della difesa dell’imputato, che ci ha esposto quelle che sono le sue perplessità riguardo la conferma di questa condanna.

Professor Meluzzi, ci spiega il concetto di “oltre ogni ragionevole dubbio”?
“E’ un concetto che deriva dal codice di procedura penale, quando si condanna bisogna che ci sia una prova regina assoluta, la confessione non è neanch’essa ritenuta sufficiente, o che ci siano perlomeno degli indizi concordanti e convergenti interpretabili in modo univoco che portino verso la condanna”.

Ci sono, a suo parere, dei dubbi in questo processo?
“Immensi dubbi. Non c’è un quadro logico, non c’è un movente, non c’è un racconto plausibile, non c’è una narrazione che stia in piedi. C’è un terzo di DNA, peraltro, in cui non concorda il DNA nucleare con quello mitocondriale, oltre molti altri reperti sul cadavere che non sono stati identificati e non c’è nemmeno la certezza che il corpo della ragazzina sia stato sempre lì dove è stato ritrovato. Di dubbi ce ne sono infiniti”. 

Una decisione arrivata dopo 15 ore di camera di consiglio, come spiega una durata così importante?
“Potrebbe esserci stata qualche divergenza tra i giudici popolari, oppure un tentativo di riesaminare tutto il quadro probatorio del primo grado, che alla fine era assolutamente contraddittorio e non univoco. Cosa è realmente successo in quelle quindici ore di camera di consiglio, non lo sapremo mai”.

La prova del DNA può essere considerata infallibile sia in termini biologici che giuridici?
“Di infallibile nella realtà c’è solo Dio, per chi ci crede. Per noi umani di cose infallibili non ce n’è nessuna, nè la scienza né in null’altro che abbia a che vedere con l’uomo, che è sempre fallibile. In tutti i sensi, soprattutto in termini giuridici dove ogni esame deve essere ripetibile, infatti in America se una perizia non è replicabile davanti i consulenti della difesa non vale nulla in tribunale”.

A tal proposito, perché negare una seconda perizia sul DNA?
“Perchè non c’è il reperto per farlo, probabilmente. Per quanto riguarda la difesa, credo abbia fatto tutto il possibile per dimostrare l’innocenza del Bossetti ma, senza elementi in grado di ribaltare il quadro accusatorio, sulla base dell’unica prova del DNA, il caso può essere considerato chiuso. Le prove scientifiche devono essere di rafforzamento in un quadro probatorio, non possono sopperire la mancanza di prove reali”. 

Tutto il chiacchiericcio fatto attorno a questa storia, la sovraesposizione mediatica, hanno in qualche modo influenzato l’opinione pubblica?
“No, non credo. Sono convinto che l’opinione pubblica sia uscita da questo ultimo processo più innocentista di quanto non fosse all’inizio”.

E’ un processo che può cambiare la storia giuridica del nostro Paese?
“Si, ma solo in peggio”.

Per concludere, quali sono gli scenari che si prospettano adesso?
“Credo in una condanna anche in Cassazione e in un ergastolo dato ingiustamente, al di là di ogni ragionevole esistenza di prove”.

Scritto da Nico Donvito

Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica e spettatore interessato di tutto ciò che è intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.