Merkel Seehofer: accordo sui migranti, tensioni da Austria e SPD

Nella notte la Cancelliera tedesca Angela Merkel e il suo Ministro dell’Interno Horst Seehofer sono riusciti a trovare un accordo last minute ed evitare una crisi di governo. Ma si cammina ancora tutti sul filo del rasoio.

Ieri notte si è concluso l’incontro tra Angela Merkel e il suo inquieto ministro dell’interno Horst Seehofer. La situazione alla vigilia dell’incontro si presentava intricata come una telenovela, e le reazioni all’accordo tra i due sembrano assicurarci che la stagione non è ancora finita, ma appena cominciata.

I presupposti dell’incontro (riassunto delle puntate precedenti)

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Angela Merkel all’incontro europeo del 29/06 sull’immigrazione

La polemica sui rifugiati in Germania si è riaccesa dopo l’incontro tra i leader europei sull’immigrazione di settimana scorsa che, sebbene si sia concluso con delle risoluzioni abbastanza vaghe, ha visto un’Angela Merkel propensa a trovare una soluzione europea collettiva (che era di fatto il motivo dell’incontro)  e aperta ai così detti secondary movements. Il ribelle Seehofer ha espresso immediatamente il suo dissenso, minacciando di dimettersi e di togliere l’appoggio alla CDU (con cui la CSU è alleata ininterrottamente dal dopoguerra), il che metterebbe la coalizione di governo in grandissime difficoltà.

Horst Seehofer, oltre a essere di natura e per leadership un personaggio che ama alzare i toni, si trova al momento particolarmente sotto pressione: alle ultime elezioni infatti la sua CSU, che in Baviera regna normalmente incontrastata con risultati elettorali che superano il 70%, ha perso molti consensi.

Nonostante la CSU abbia una linea più conservatrice della CDU, si è trovata a dover in qualche modo appoggiare la politica di accoglienza di Merkel che nel 2015 ha aperto le frontiere ai rifugiati, il che non è piaciuto per niente agli elettori bavaresi.

Alle ultime elezioni tanti hanno quindi optato per un partito apertamente razzista e islamofobico: l’Alternative für Deutschland. Questo ha portato l’intera CSU a farsi un esame di coscienza e decidere di spostarsi più chiaramente verso destra, in particolare sulla questione migranti. Quando Seehofer è arrivato a minacciare le dimissioni però, il partito si è irrigidito, il che potrebbe aver mitigato la posizione del Ministro dell’Interno.

Merkel era quindi cosciente di dover venire incontro al suo ministro dell’interno per potersi svegliare oggi con una coalizione di governo ancora intatta, ma anche di dover mantenere la parola data agli europei, e infine di dover trovare un accordo interno che non scavalcasse né innervosisse la SPD, i socialdemocratici anche loro parte della Grande Coalizione al governo.

Qual è l’accordo attuale sui migranti?

La Merkel-magia è riuscita: tutti hanno salvato la faccia. Per il momento. L’accordo prevede la creazione di così detti “Centri di Transito” ai confini tedeschi, in cui raccogliere i migranti che attraversano il confine e gestire in modo più rapido le richieste di asilo e le espulsioni.

Su volere di Seehofer, i migranti potranno essere rispediti nel Paese europeo in cui hanno fatto la prima richiesta d’asilo, ma solo con il beneplacito del Paese in questione, e non, come proponeva la CSU, senza prendere necessariamente accordi con i vicini europei. La nuova situazione non cambierà probabilmente in modo sostanziale la gestione dei flussi migratori verso la Germania.

Le reazioni all’accordo

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Il Primo Ministro austriaco Sebastian Kurz

Da parte sua Seehofer, che domenica aveva sbottato davanti ai giornalisti che “Merkel deve ringraziare lui e i voti della CSU se è ancora al potere e non si deve permettere di liquidare la sua opinione con sufficienza”, é uscito soddisfatto dall’incontro.

Alle domande dei giornalisti sulle sue possibili dimissioni ha risposto che era “ormai acqua passata”. La CSU quindi si presenta come il potere forte che ha raggiunto quello che voleva. Meno convinti i socialdemocratici della SPD: il capo del partito Andrea Nahles si è detta sollevata del fatto che i due abbiano trovato un accordo, ma non ha dato il via libera del partito.

In particolare l’idea dei “Centri di Transito”, che consentirebbero di trattare legalmente i migranti raccolti negli hotspot come “non ancora entrati in Germania”, è stata respinta dalla SPD fin dal 2015 e non piace ai Socialdemocratici nemmeno ora.

L’idea dei respingimenti ai confini non è piaciuta molto nemmeno alla destra del Primo Ministro austriaco Sebastian Kurz, che si vedrebbe bloccati alla frontiera e/o rispediti i migranti entrati in Austria e diretti in Germania, anche quelli provenienti per esempio dall’Italia.